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Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

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CXCIII

 

Non perder piú saette, o sommo Giove,

ma spegni il tuo furor, ammorza l'ira,

ché di costor che temi nessun spira,

ma di pittor son opre eccelse e nove.

State, giganti; a che mostrar piú prove

se contra voi qui Giove non s'adira,

non folgora, non tuona, o strali tira?

Mirate ch'egli è pinto, e non si move.

Or ben si vede quanto può l'ingegno

e la maestra man del rar pittore,

ove s'inganna l'uomo e Giove ancora.

Tacciasi Zeusi, e stia Parrasio fòre:

Giulio Romano d'altro onor piú degno

sará cantato, e piú famoso ancora.

 




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