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Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

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LXXVIII

 

Rupi arenose, grotte alpestri e oscure,

annose quercie, cerri duri e vivi,

ove convien che lagrimando arrivi,

fur mai querele a par de le mie dure?

Acque correnti, cristalline e pure

che spargon questi fonti in mille rivi,

selvaggi augelli, crudi, fieri e schivi,

chi fia da morte omai che m'assicure?

Erbetta, al lagrimar ch'io faccio, molle

e piú de l'altra verde, quando fia

che cesse il duol ch'ogni piacer mi tolle?

Febo, ch'allumi il mondo, e questa mia

vita contempli ond'io sono fatto folle,

quando vedrai che senza doglia i' sia?

 




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