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Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

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XCIII

 

Pure fontane, e voi fioriti campi,

amene piagge, ombrose rive e quete,

riposti luoghi ch'oggi qui vedete

de' begli occhi soavi i chiari lampi;

erbetta molle, che 'l vestigio stampi

del schietto piede a l'ombre piú secrete,

quercia, olmo, faggio, cerro, pino, abete

ove zeffiro par ch'ognor s'accampi;

felice villa ov'il mio sol alberga,

anzi la luce pur di tutto 'l mondo

cui tante carte la mia mano verga:

quando sará che 'l viso almo e giocondo

le mie ferite di sua grazia asperga,

e tempri il mio dolor aspro e profondo?

 




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