Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per attivare i link alle concordanze

CLXXXI

 

Occhi leggiadri, amorosetti e vaghi,

che 'n fuoco mi poneste

ov'ardo e qual fenice mi rinovo,

quanto mi giova che per voi s'appaghi

il cor, e che si deste

l'alma a seguir il lume altiero e novo,

per cui dolcezze i' provo

tante e sí dolci che d'ambrosia il cibo,

quello che 'n voi delibo

avanza, e quanta mai dolcezza avesse

chiunque Amor per piú beato elesse!

Ma perché l'alma in l'incredibil gioia

tutta s'immerge, ed altro

non cerca, né gustar vuol piú diletto,

resta la lingua muta, e sí m'annoia,

che 'l viver mio no scaltro,

né 'l piacer posso dir quant'è perfetto;

ch'un vostro solo effetto,

se si potesse con parole dire,

farebbe ogni uom gioire.

Ed io mostrato a dito ne sarei,

detto beato e cinque volte e sei.

E pur mi sforzo di vostr'alti effetti

mirabili e divini

quel poco dirne di ch'io son capace.

Ai vostri raggi al mondo sol perfetti

tutti gli altri occhi chini

stanno, cosí gli abbaglia vostra face.

E dov'a quelli piace

volger l'onesto e fiammeggiante giro

attorno attorno in giro,

ride la terra, il mar s'acqueta, e l'aria

le nubi sgombra, ed in seren le varia;

ch'esce un splendor da vostre sante luci,

e tanta apporta grazia,

che potrebbe allumar l'oscuro inferno.

E dove sète voi le scorte e duci,

ogni contento spazia

simile a quel che rende l'uomo eterno,

tal che, per quant'i' scerno,

lume piú bel il ciel non mira o copre.

Né credo che s'adopre

per far natura cosa mai sí vaga,

ove del mondo tutto 'l bel s'appaga.

Voi sète que' begli occhi che donate

del paradiso l'arra

chi divoto il vostro lume segue.

Sí gaiamente ognora vi girate,

che spesso in voi s'inarra

eterna pace senza guerre o tregue.

E tanto si consegue

lieti e gioiosi in vista a contemplarvi,

ch'eternamente starvi

vorria dinanzi ogni uom, e quest'i' bramo,

n'altra a voi grazia, che mirarvi, chiamo.

I' non vorrei giá mai vedermi privo

de la vostra presenza

u' la mia vita sol si fa felice.

Mor'io, begli occhi, moro, né son vivo

allor che resto senza

vostr'alma vista, ond'ogni ben s'elice.

E tanto dir mi lice,

che tutto quel che spira in questo clima

(se 'l dritto e ver si stima)

tant'ha di bello, e tanto par che vaglia,

quant'a voi par che di mirarlo caglia.

Però s'io cerco in ogni luogo e tempo

starvi, begli occhi, innanzi,

e tutto 'l resto poi non curo o prezzo,

e se mi doglio che non piú per tempo

vi vidi, e vuo' ch'avanzi

questa voglia tutt'altre senza mezzo,

vogliate omai che 'l rezzo

di miei sospiri angoscïosi e amari

dilegui, e i vostri chiari

raggi ver me volgete, e quelle ciglia

ch'al mondo son l'ottava meraviglia.

Se guarderai, Canzone,

ch'ignuda se' e parli in basso stile

del bel lume gentile,

sola star non vorrai nel sacro fondo

di quest'acque tranquille, ov'io t'ascondo.

 




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

Best viewed with any browser at 800x600 or 768x1024 on Tablet PC
IntraText® (V89) - Some rights reserved by EuloTech SRL - 1996-2007. Content in this page is licensed under a Creative Commons License