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Matteo Bandello
Fragmenti de le rime

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CCIII

 

Molte stagion di ghiaccio, e ancor di fiori,

sempr' agghiacciando e sempr'ardendo ho corse,

da che 'l verme d'Amor il cor mi morse,

cagion de' miei soverchi aspri dolori.

Da indi in qua, d'ogni speranza fòri

d'aver mai tregua, quanto in ciò m'occorse

scrissi piagnendo, e de la vita in forse

ancor travaglio in mille strani errori.

E ben che veggia come, fatto veglio,

cangiato ho il pelo e, quasi giunto a riva,

abbia di vita omai o nulla o poco,

pur forza m'è ch'al suo voler i' viva,

e sí da lunge innanzi abbia lo speglio

di quell'eterno di begli occhi fuoco.

 




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