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Duecento sonetti in dialetto romanesco

IntraText CT - Indice delle note






  • Duecento sonetti AI ROMANI CHE VENDICHERANNO L’ONTE NUOVE DEL VECCHIO SERVAGGIO QUESTE SATIRE DEL LORO POETA DEDICA IL RACCOGLITORE
    • AI ROMANI CHE VENDICHERANNO L’ONTE NUOVE DEL VECCHIO SERVAGGIO QUESTE SATIRE DEL LORO POETA DEDICA IL RACCOGLITORE
      • I.
  1: Sommario della storia d’Italia, lib. iii, 16
  2: Vedi Amari, Solvvan el Mota’; Introduzione, X
  3: Nunc fabularum cur sit inventum genus / Brevi docebo. Servitus obnoxia, / Quia, quæ volebat, non [...]
  4: Giulio Cesare, primo tra’ primi liberticidi, sperimentò assai per tempo il flagello della satira.[...]



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      • II.
  1: Il Castelvetro dice che, vivente Pasquino, la statua era ancora mezzo sotterrata nella via pubblic[...]
  2: Avendo papa Sisto nominato duchessa la propria sorella, già lavandaia, Marforio domandava a Pasqu[...]
  3: Vita di Torquato Tasso; cap. vi, Cento pensieri, motti e sentenze di Torquato in varie occasioni [...]
  4: Pasquino e Marforio, lib. cit., pag. 156.
  1: Remissione pe’ Vescovi del digiuno di quaranta giorni.
  2: Quaranta giorni d’indulgenza.
  3: Pasquino e Marforio, lib. cit., pag 129.
  4: Pasquino e Marforio, lib. cit., pag 173.



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      • II.
        • ALL’ABATE PIETRO SOMAI   REVISORE TEATRALE. [1825?]
  1: Vedi la nota 5 al sonetto Er zervitore de Monziggnor tesoriere.
  1: Così chiamarono i romani la Commisione governativa, incaricata di mettere la testa a partito ai l[...]
  1: Rostolan, generale succeduto all’Oudinot nel comando dell’esercito francese in Roma.
  2: Molte belle varianti di questa satira, le devo alla cortesia dell’egregio professore Francesco Ma[...]



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      • II.
        • A Lamoricière.
  1: Homel.:85, C.v. Matt. §54.
  1: Il 16 aprile 1849 il generale Lamoricière alla Tribuna dell’Assemblea nazionale deplorava di non [...]
  2: Il visconte di Noé, pensionato tenente colonnello di cavalleria francese, nel mese d’aprile pigli[...]
  1: «La rivoluzione, come altra volta l’Islamismo, minaccia oggi l’Europa. La causa del Papato è quel[...]
  2: Monsignor Bonillerie, che accompagnava sempre il Lamoricière.
  3: Nel linguaggio birresco, la parola putti corrisponde al soldatesco mes enfants.
  1: Celebre poliglotto.
  1: Non mi è ignoto che parecchi Romani onorano le lettere italiane; ma pochi fiori non fan primavera[...]
  2: Una ricca raccolta di satire romane, nel mentre sarebbe un prezioso documento storico, rileverebb[...]



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      • III.
  1: Si veda il sonetto La corda ar Corzo.
  1: Versi inediti di Giuseppe Gioachino Belli romano. Lucca, dalla tipogafia Giusti. 1843, pag. 83 [...]
  2: Due raccolte si pubbilcarono de’ versi italiani del Belli: una pei tipi del Salviucci in Roma, ne[...]
  3: È un testimonio non sospetto che fa salire i sonetti a Duemila e forse trecento. — (Vedi Elogio s[...]



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      • IV.
  1: Li tolgo dai sonetti del Belli, il quale, come avverte in più luoghi, non usava mai parole che no[...]
  2: Questa fase di cui si serve il popolano, per distinguersi dai non romani dimoranti in Roma, potre[...]
  3: Non pochi sonetti del Belli hanno per soggetto curiose superstizioni della plebe romana, o vi fan[...]
  4: Si veda il sonetto ’Na bbôna educazzione.
  1: Codeste parole fanno parte d’una prefazione scritta dal Belli pe’ suoi sonetti, e le ho tolte dall[...]



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      • V.
  1: Presso il Pantheon, chiamato volgarmente la Rotonda, veggonsi de’ banchi di venditori di commestib[...]
  2: Sottintendi del Purgatorio. È un esclamazione di dolore.
  1: Poesie inedite di G. G. Belli romano. Roma, tipografia Salviucci, vol. 2, pag. 165.



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      • VI.
  1: In una strenna livornese del 1863, si leggevano queste gravi parole: «Gius. Belli, giace ora dist[...]
  1: Si veda la poesia La Mediocrità, nel vol. II, pag. 29, dell’edizione del Salviucci.
  2: Tarnassi, Elogio citato, pag. 14.
  3: Vedi i quattro volumi delle Poesie inedite, pubblicate della tipogafia Salviucci in Roma, nell’an[...]
  4: Inni ecclesiastici secondo l’ordine del Breviario romano, volgarizzati da Giuseppe Gioachino Bell[...]
  1: Ecco com’è adombrata la conversazione del Belli, dall’avvocato Paolo Tarnassi, che è una quintess[...]



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      • VII.
        • L’immasciata bbuffa.
  1: L’ambasciata ridicola. —
  2: Da intendere. —
  3: Ci sono. —
  4: Paranze o paranzelle, barche da pesca. —
  5: Monsieur. —
  6: Manda. —
  7: Ridere. —
  8: È il nome della serva, a cui fa il racconto. —
  9: Stravaganti. —
  10: Non sono niente.



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      • VII.
        • er dovere o er zervitore umbro.
  1: Alto. —
  2: Il servo cerca di contraffarre il parlare affettato del messo: ir, di, mi, a vece di er, de, me, s[...]
  1: Si vedano a questo proposito le Osservazioni del professore Alessandro Roncaglia, intorno all’uni[...]
  2: A confermarmi nell’opinione di non aver fatto opera inutile mi soccorre opportuno un recente scri[...]



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      • VIII.
  1: Sonetti satirici in dialetto romanesco, attibuiti a G. G. Belli, ecc. — San Severino (Marche) Tip[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • I. Li giudii. (1825?)
  1: Con questo sonetto il Poeta vuole vendicare le persecuzioni crudeli e le umiliazioni fatte patire [...]
  2: Più che non li odi tu. —
  3: Sono. —
  4: Méssero. —
  5: Ripescare dal tetto in giù, vale guardar la cosa più addentro, più profondamente. —
  6: Intendi: col proposito di morire per la redenzione del genere umano. —
  7: Nome volgare dato agli Ebrei, ma particolamente a’ rabbini. Credo sia una corruzione di certe paro[...]
  8: Dacchè. —
  9: Variante: Subbito che cce venne pe’ morì.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • II. Er deposito de papa leone. (1829)
  1: Nel vedere. —
  2: Variante: Accanto. —
  3: Chiesa di Roma. —
  4: Architetto e scultore sono una stessa cosa pel popolano di Roma, che non la guarda tanto nel sotti[...]
  5: Il somaro: sarebbe stato innaturale il dir lei, riferendolo a bestia. Su questa preziosa sgrammat[...]
  6: Variante: No, (jj’ha risposto un omo grasso grasso.) —
  7: Vuoi.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • III. La rrivuluzzione der 31.
  1: Inghiottire, mandar giù: detto metaforicamente per tollerare. —
  2: Abbozzare è voce viva anche in Toscana, e vale: Astenersi dal prendere vendetta di offese ricevut[...]
  3: Trattano. —
  4: Siamo o non siamo? —
  5: Clero. —
  6: Fulmina, scomunica. —
  7: Muoiono. —
  8: Dicono che questo sonetto sia del Pistrucci.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • IV. ’na pavura de papa grigorio. (1831)
  1: Questo sonetto fu scritto quando i moti liberali del ’31 non essendo ancora del tutto repressi, G[...]
  2: Così si chiama il quartiere di piazza Rusticucci, presso San Pietro. —
  3: Strillarono. —
  4: Tamburo. —
  5: Pènsati il Papa: Figurati lo spavento del Papa! La variante popolare è non meno rapida ed efficac[...]
  6: Perchè allora andava al letto. —
  7: Ciabatte. —
  8: Alla fenestra. —
  9: Nome della persona a cui si fa il racconto. —
  10: Il Sacramento: metafora tolta dai padroni di bottega, che in Roma si chiamano principali. —
  11: Gregorio xvi aveva un naso di grandezza straordinaria, e i Romani lo chiamavano: er zor Grigorio [...]
  12: Lui ci si arrischia. —
  13: Variante: Fa: - Bbuggiarallo! mo, ppropio a cquestora! —
  14: Stupenda la variante popolare: Er Papa poveromo! è un po’ cacone, E ssi ppassa ’na rondine che ff[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • V. L’incontro cor padrone vecchio. (1° ottobre 1831.)
  1: Questo sonetto, stampato già nell’edizione romana, è una satira contro le truppe raccogliticce, d[...]
  2: Mo fa lanno: è un anno. —
  3: Con licenza: frase di rispetto verso l’antico padrone, come quell’ar zu’ commanno che viene sotto,[...]
  4: Marittima e Campagna: provincia al sud-est di Roma. —
  5: In permesso. —
  6: Così è detta una estremità della piazza Navona.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • VI. Li punti d’oro. (27 dicembre 1832)
  1: Ponti d’oro a chi fugge: proverbio. In Roma però dicono punti, non già perchè in questa maniera s[...]
  2: Così vengono a dire: così press’a poco dicono. —
  3: Va via. —
  4: Refettorio. Giova qui ricordare che Gregorio xvi era stato frate, ed aveva fama di mangiatore e b[...]
  5: Proverbio.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • VII. Er giucator de pallone. (31 gennaio 1833)
  1: Sotto il velo allegorico delle astuzie usate nel gioco del pallone, si adombrano in questo sonett[...]
  2: Manca poco al vedersi gli effetti. Notisi che quel modo proverbiale è tolto dal Belvedere, luogo [...]
  3: Volare, volate, cioè iattanze, sfoggio di vane promesse. Al giuoco di pallone si dice volare e fa[...]
  4: Rinomato giuocator di battuta, o battitore. —
  5: Fallace. —
  6: Far ciriola: intendersi segretamente cogli avversarii in fraude di chi è con lui o tiene dalla su[...]
  7: Dicesi fallo o buono, secondochè il pallone trapassi o no le linee che limitano o partono l’arena.[...]
  8: Le cacce sono quei punti, sui quali un giuocatore di rimando ha arrestato in qualunque modo un pal[...]
  9: A sghembo. —
  10: È, cioè, il maggior de’ successi. —
  11: Il giuoco a passa-e-ripassa è quello in cui si conviene di non dovere che oltrepassare la linea me[...]
  12: L’invito è una specie di scommessa fra giuocatori, che vinta o perduta da ciascuna delle parti av[...]
  13: Tavolato inclinato, dal quale discende il battitore nel battere, onde il colpo prenda più vigore [...]
  14: All’onore: così gridasi dal chiamatore o cacciarolo al principiarsi dell’ultima partita. —
  15: Poste: palloni colpiti in aria, prima cioè che abbino toccato terra: ciò che sarebbe di balzo. —
  16: Finte: astuzie di giuoco. —
  17: Tuzzoloncino: giuocatore rinomato per la sua forza, e detto Tuzzoloncino da tuzzare o percuotere. [...]
  18: Partite di dura prova. —
  19: Il rovescio della nota 18. —
  20: Formule d’invito o accettazione, di che vedi la nota 12. —
  21: In fondo all’arena è un palchettone coperto da una rete che difende gli spettatori. Chi percuote [...]
  22: Vedi la nota 15. —
  23: Il chiamare è dire ad alta voce il numero de’ punti de’ quali si è in guadagno. —
  24: Il quindici, ossia una quarta parte della partita, che si divide in quindici, trenta, quaranta e [...]
  25: Pende: inclina. —
  26: Quando entrambi gli avversari, fatti nella partita pari guadagni, sono giunti egualmente a 40, ci[...]
  27: Messa: posta pecuniaria delle scommesse. —
  28: Joia, cosa lunga e noiosa. —
  29: Il chiamatore del giuoco. —
  30: Falsamento: canzonatura.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • VIII. Er zervitore de monziggnor tesoriere. (1833)
  1: Rotschild. —
  2: Per intendere la satira mordace di questo verso, bisogna sapere che a Roma v’è un Monte detto de’ [...]
  3: Si. —
  4: Ci ha. —
  5: Gl’interventi stranieri, lo arruolamento e l’ordinamento delle truppe svizzere, le commissioni mil[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • IX. Er prestito. (1833)
  1: Questo sonetto allude, come l’antecedente, al prestito rovinoso contratto dal Governo pontificio [...]
  2: Se si.
  3: Va bene: sarebbe men male.
  4: Castel sant’Angelo.
  5: Farli. Il li si riferisce a cutrini, non a piastre. Per questa ragionevole sgrammaticatura, si ve[...]
  6: Qui Mecca sta per qualunque paese lontano e d’infedeli.
  7: La bacchetta con cui dallo sportello del confessionale i penitenzieri maggiori di San Pietro, e d’[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • X. Don Micchele de Portogallo. (1833)
  1: Questo famoso sonetto, comunemente attribuito al Belli, è del commediografo Giovanni Giraud roman[...]
  2: Rieccoti. —
  3: Comodamente: come chi sta sopra sedia soffice. —
  4: Vedi la nota 1a, sul fine. —
  5: Questo consiglio dato a don Michele, che in parecchie occasioni lo aveva già posto ad effetto, co[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XI. Er Portogallo. (27 novembre 1832)
  1: Veramente don Michele di Braganza si offese molto per una caduta di cocchio. —
  2: Cedri, aranci. —
  3: A crepapelle.



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      • XII. L’uffizzio der bollo. (17 febbraio 1833)
  1: Il bollo straordinario della carta. —
  2: Piazza sulla via del Corso, dove si crede che fosse eretto anticamente l’arco trionfale di Claudio[...]
  3: Andavo. —
  4: Anatolia. —
  5: Il Diario di Roma, chiamato volgarmente Cracas o Cracasse dal nome dell’editore (Si veda la nota [...]
  6: Bollare significa in Roma anche il fraudare altrui del danaro. —
  7: Ridendo. —
  8: Intenda.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XIII. Er Ricramo. (1833)
  1: Reclamo, ricorso. —
  2: Non gli prese l’estro. —
  3: Foglio. —
  4: è una dimanda fatta dallo stesso narratore, per accrescere efficacia al discorso. Variante: Che j[...]
  5: Pure. —
  6: Stomacosa. —
  7: Il popolo ha trasposto i versi delle due quartine: ma il sonetto ci guadagna in forza e naturalez[...]
  8: Variante: E ssi Llei ’n’ antra vôrta viè a ppalazzo. —
  9: Disturbi in zaccoccia chiama il foglio di reclamo; nota la vivacità del traslato, che fa di quest[...]
  10: Il Papa non conoscendo il padrone della Rosa, lo chiama per dispregio signor tale. —
  11: Gli so dire. —
  12: Variante: Io je so a ddi’ che cqui nun z’entra un ca..o. —
  13: Vendere.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XIV. Er parlà cchiaro. (1834)
  1: Sentirla. —
  2: Alla badiale, qui per chiara. —
  3: Apriamo. —
  4: Brutto capitale: brutto suggetto. —
  5: Avevamo mangiato; l’avevamo compreso. —
  6: Masticar male: patire a malincuore. —
  7: Persona occulta. —
  8: Ci ha. —
  9: Ingegnarsi col soffietto: fare la spia. Ricorda i versi del Gingillino di Giusti: «E di più ci è [...]
  10: La fin delle cicale, che cantano cantano e poi crepano. Modo proverbiale. —
  11: Calunnia. —
  12: Intendi: in questo. —
  13: Centro.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XV. Er governo de li ggiacubbini (5 aprile 1834)
  1: Toccasse. —
  2: Vedresti. —
  3: Ringrassarsi. —
  4: Rossore. —
  5: Tutto il sonetto ritrae fedelmente l’opinione, che aveva de’ liberali il popolino imboccato e sob[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XVI. Er leggno privileggiato. (9 aprile 1834)
  1: I cocchi degli ambasciatori, ed alcuni altri, godono a Roma il privilegio di passare in ogni mome[...]
  2: Nome di sprezzo, per dare ad alcuno del fanciullo.
  3: Apriamo.
  4: Voce storpiata dal francese allons.
  5: Sono Casa-d’Austria. I cocchieri e i servitori de’ grandi si attribuiscono senza complimenti i nom[...]
  6: Esclamazione.
  7: E, dico, badate a voi.
  8: S’intende la cappella papale, e quel casomai vale un però contro i nostri preti, i quali volevano[...]
  9: Ci riparliamo: cioè «Renderete conto a sua Eccellenza il mio padrone, davanti a monsignor Governat[...]
  10: Se.
  11: Quaglia-lombarda: escremento umano.
  12: Cocchiere.
  13: Coccarda, o, come direbbe un purista, nappa.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XVII. La bbattajja de Ggedeone. (8 dicembre 1834)
  1: Se ne andarono. —
  2: Girarono. —
  3: Parvero —
  4: Il grido ripetuto ad un tempo dai trecento uomini: La spada del Signore, e di Gedeone. —
  5: Si mettono.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XVIII. Er papa a li scavi. (15 marzo 1836)
  1: Questo sonetto fu pubblicato nell’edizione del Salviucci (vol. iv, pag. 276), sostituendo la parol[...]
  2: In quel macello. —
  3: Bel buco. —
  4: Questi selci. —
  5: Se. —
  6: Per fargli corte. —
  7: Esternava. —
  8: Sorte. — Il papa era Gregorio xvi, col quale il grande Poeta romano aveva una cordiale antipatia.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XIX. Le truppe de roma. (1837)
  1: D’oltremonti. —
  2: Senza essere. —
  3: La Porta del popolo, per cui si entra in Roma dal Nord. —
  4: Dire. —
  5: Bersaglieri. —
  6: Capitori: truppa capitolina, composta di artieri di Roma. —
  7: Zambognani: del reggimento Zamboni. —
  8: A questa maniera. —
  9: Soldato. —
  10: Darsela. —
  11: Oratorio notturno dei Gesuiti.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XX. Er civico de corata. (1837)
  1: Coraggioso. —
  2: Stiamo. —
  3: Mi ci assaltarono. —
  4: La variante popolare è più naturale: Quanno me venne p’assartà, me venne. —
  5: Mi ci feci. —
  6: Vuoi. —
  7: Difendere. —
  8: Con questa batteria, quantità. —
  9: Che tu sia, ec. —
  10: Questo sonetto fu pubblicato nella raccolta del Salviucci (vol. iv, pag. 357), e porta la data del[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XXI. Er civico de guardia.
  1: Questo sonetto e l’altro che viene dopo, già stampati nell’edizione romana, furono scritti nel 18[...]
  2: Nome di spregio. —
  3: Esclamazione comunissima.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XXII. Er civico ar quartiere.
  1: Facciamo. —
  2: Capatemi: sceglietemi: dal latino capere, che aveva anche il significato di scegliere. —
  3: Voltarsi. —
  4: Modo proverbiale.



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      • XXIII. Er congresso tosto. (2 ottobre 1835)
  1: Il congresso importante. —
  2: Lo videro. —
  3: Il conte di Rigny, Ministro della marina di Francia. —
  4: Conferenza. —
  5: Si. —
  6: Scandagliarono. —
  7: Dicendo. —
  8: Un’altra volta.



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      • XXIV. La risposta der giudice processante. (1835)
  1: Che ci andai. —
  2: Ebbi. —
  3: Vuoi. —
  4: Nel trovarmigli. —
  5: Gli dissi. —
  6: Può vedere. —
  7: Può fargli fede. —
  8: Ex capite innoceatiæ. —
  9: Mi mandarono.



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      • XXV. Le gabbelle de li turchi. (1836)
  1: Sgarbato, incitativo. —
  2: Per prorogare. —
  3: Espressione ironica di tal quale umiltà, di cui si fa molto uso. —
  4: Gli venga.



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      • XXVI. L’incontro der beccamorto. (21 gennaio 1843)
  1: Colla z aspra, come in prezzo. Sante, nome proprio. —
  2: Felice. —
  3: Sento che voglia ritornare. La variante popolare è più naturale: Disce che vojji aritornà. —
  4: E l’altra? —
  5: Si andò liscio: non si fece nulla. Metafora tolta dal gergo del giuoco delle boccie. —
  6: Maledetta. La variante popolare ha mannàggia. —
  7: Perduto. —
  8: Siamo a traverso.



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      • XXVII. Er testamento de papa grigorio. (1846)
  1: Come dicesse: per mare e per terra: con una rapidità quasi diabolica; essendo che la frase è tolt[...]
  2: C’è. —
  3: L’altra bagattella, detto ironicamente. —
  4: Danari. —
  5: Gaetano Moroni, la moglie del quale si diceva per Roma avesse segreti negozii col Papa. —
  6: è noto che Gregorio xvi aveva l’abitudine di alzare un po’ troppo il gomito.



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      • XXVIII. Pe’ la morte de papa grigorio. (1846)
  1: A meglio intendere questo sonetto, giova ricordare che il Governo pontificio, quando muore il pap[...]
  2: Nota la vivacità e l’efficacia di codesta frase. —
  3: Suarfa, detto anche Sualfa dalle persone meno idiote, è il nome con cui per ispregio si designano[...]
  4: Il lutto: e più spesso dicono sciamanno a uno straccio grande o piccolo, a uno scialle malandato,[...]
  5: Fin dal 1716, si chiamò comunemente Cràcas, e dai popolani Cracàsse il Diario ordinario d’Ungheria[...]
  6: Il Teatro Metastasio, che, come tutti gli altri, si chiuse per lutto legale; quindi il popolo dice[...]
  7: Al giuoco del pallone all’Anfiteatro di Corèa; ora più spesso a Campovaccino. —
  8: Coperti di gramaglia. Farajoletto è il mantellino lungo nero, che portano i preti sopra il soprabi[...]
  9: Anche i trombettieri della soldatesca pontificia avevano, per la morte del papa, una suonata funeb[...]
  10: Piantinaro, da piantine, piccole piante, equivale al latino viridarium, al toscano piantonaio, e [...]



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      • XXIX. L’anima de papa Grigorio. (1846)
  1: Questo sonetto, divenuto popolarissimo in grazia della vivacità della chiusa, la quale gli copre [...]
  2: Gambe. —
  3: Naso grosso. —
  4: Esclamazione vocativa che tiene il luogo di o, e che si pronunzia molto aperta. —
  5: Il romanesco vero avrebbe detto grolio. —
  6: Eccomi; cioè: eccomi pronto ad aprire. —
  7: Gregorio era stato frate. —
  8: Sgrullare vale sbattere. Si sgrullano i panni impolverati, i tovaglioli, ecc., e così le chiavi fe[...]
  9: Combina.



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      • XXX. Sìcche iture addàstra.
  1: Sic itur ad astra! —
  2: Tonsurato. —
  3: Si sa: è noto. —
  4: Se tu vuoi saperlo. —
  5: Ogni sempre. —
  6: Godere. —
  7: Pacchia, «lieto vivere, il mangiare e ber bene senza pensieri.» Così il Fanfani, nel Vocabolario [...]
  8: Variante: Su l’esempio de tutte ste perzone. —
  9: Questo verso è un modo proverbiale, e v’hanno testimonianze non dubbie che fu proprio messo così d[...]
  10: Ristriggnere l’affare vale: Restringere, far breve il discorso. A proposito di questa frase, l’egr[...]



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      • XXXI. Li collarini.
  1: San Quirico e Giuditta, chiesa di Roma. —
  2: Dissi. —
  3: Ci avete. —
  4: Da portarsi ogni giorno, da non tenersi da conto. —
  5: Afflitta. —
  6: Si. —
  7: Ipso facto.



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      • XXXII. Er cardinale vero.
  1: Naturalmente. —
  2: Basta dargli un’occhiata. —
  3: Decidere. —
  4: Ecco il senso della seconda quartina: «Nessuno sarà tanto sciocco (stivale), da volere esaminar m[...]
  5: Con tanto di. —
  6: Mettigli. —
  7: Chiamano camisciòla una sorta di giacchettina, tanto corta, che arriva appena alla cintura. Un te[...]



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      • XXXIII. Er ritratto der cardinale.
  1: Armi: stemmi gentilizi. —
  2: Si trova. —
  3: Dal francese papier. — Su questa parola, l’ottimo amico mio prof. F. Santini, mi mandava le segue[...]
  4: È vero che cardinali e papi si fanno per lo più ritrattare con un memoriale in mano: ridicola usan[...]
  5: Zerbinotto.



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      • XXXIV. La sonnambula.
  1: Un vecchio avendo condotta la figlia al teatro, dove si rappresentava la Sonnambula, tornando a c[...]
  2: Variante: Nun je dà frebbe. —
  3: Rompe. —
  4: Possono. —
  5: Inconcludenza: non c’ è niente di strano. —
  6: Nel pigliarle: quando la prende il male. —
  7: «Dicono risponne e arìsponne. Queste varianti del dialetto romanesco mi pare che possano accennar[...]
  8: Variante: Che sta rigazza in ner pijjàjje er male, Parli e risponna come ’na sentenza.



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      • XXXV. Er concrave de roma.
  1: Dove Gesù udì la sentenza di morte. —
  2: Maniera. —
  3: Ci azzecco, c’indovino. —
  4: Chiamano così il giuoco alle boccie, o palle di legno. —
  5: Una variante ha: sse studia. —
  6: Qualche volta usano metter del piombo dentro le palle di legno, per farle più pesanti e più adatte[...]
  7: Variante: De ficcàcce, si ppôle, la capoccia. —
  8: Il senso proprio dell’ultima terzina è questo: «Finchè c’è posto da passare fra ’l mucchio delle [...]



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      • XXXVI. L’incuronazzione der papa.
  1: Mi ricordo che. —
  2: Andai. —
  3: Baldacchino. —
  4: Pure. —
  5: Coprirono. —
  6: Testa, zucca. —
  7: Che stava vicino a me. —
  8: Con quel pilone: chiama così il triregno per la somiglianza che ha con una grossa pentola, che a R[...]
  9: In questa. —
  10: Complimento. —
  11: Co’ cquelo straccio de strumento, «con quel grosso negozio» (il triregno). —
  12: Gl’incalcano.



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      • XXXVII. La prima bbinidizzione papale.
  1: Dicono. —
  2: Una volta. —
  3: La loggia del Vaticano, sulla piazza di San Pietro. —
  4: Maggiordomo. —
  5: Con pochi salti e brutti, cioè alla spiccia, alla lesta. Credo che questo verso non sia del Belli;[...]



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      • XXXVIII. L’uccupazzione der papa o ’na vitaccia da cani.
  1: Dicono che l’autografo avesse il 2° verso così: Ah! sse chiam’ozzio er suo, brutte marmotte? E il [...]
  2: Assolve. —
  3: Variante: E cchi vve manna l’indurgenze a bbótte? —
  4: Quattrini. —
  5: Memoriali, suppliche. —
  6: Variante: E bbuttàlli a ppezzetti in ner cestino?—



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XXXIX. Er conciastoro.
  1: Questo sonetto è storia. A’ primi tempi della Chiesa; il Concistoro de’ cardinali aveva grandissim[...]
  2: Come se si dovesse assistere a uno spettacolo straordinario in teatro. Una variante dice: È ppropi[...]
  3: Inciafrujjare vale imbrogliare, e nel traslato, come qui, «discorrere senza capo nè coda, per dar [...]
  4: Volta.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XL. Er dispotismo.
  1: Il dispotismo. —
  2: Siete. —
  3: Signori. —
  4: Posso vendervi. —
  5: A un tanto al mazzo: come gli zolfanelli; e l’han fatto pur troppo migliaia di volte! —
  6: La variante popolare dice: Chi nnasce in cuesto monno senza er titolo. —
  7: Non può avere. —
  8: Andò. —
  9: Sul proposito. Una variante di questo verso suona cosi: Interroganno tutti in zur tenore.



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      • XLI. La coletta p’er tempo bbono!
  1: La collètta pel tempo buono. È noto che in tempi di soverchia pioggia o di siccità, i preti costum[...]
  2: Si dice che. —
  3: Andiamo. —
  4: Darla. —
  5: Intero. —
  6: Ora ci vuole, ci bisogna. —
  7: Il sole. —
  8: Vogliono. —
  9: Mercanti di campagna, traffichini del bestiame e de’ cereali. —
  10: Famoso lunario. —
  11: Ti sballano di botto qualche bugia: per esempio, che il grano si tarla, che la grandine ha fatto [...]
  12: Vendono. —
  13: Ci rimedia, ci ripara. —
  14: La tariffa del prezzo delle grascie.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLII. ’Na bbona raggione.
  1: Mi replicava: tornava ad urtarmi. —
  2: Appartenente al servidorame del Palazzo papale. Una variante di questa terzina suona così: Je fo a[...]
  3: Che è qui, cioè detta adesso, quasi volesse dire qui presente, maniera molto popolare anco in Tosc[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLIII. Le corna ródeno.
  1: Ci abbozzo. —
  2: Disturbo che capita ogni giorno, appunto come la scuola. —
  3: So. —
  4: Specie di scarafaggio, detto anche dai meno idioti bacherozzo, e nell’Umbria scardaone, che si tro[...]
  5: Gli sfrango il chericozzo: gli do sul cocuzzolo. —
  6: Se lui ci ruga: se pretende di averci ragione; se ci batte di cassa. Rugare, nell’Umbria, vale anc[...]
  7: Rampazzo: grappolo d’uva. — Andare a fare il rampazzo a Ponte, essere impiccato a Ponte sant’Angel[...]
  8: Guarda, vedi.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLIV. Sentite che ggnàcchera.
  1: Sentite che bagattella. —
  2: Abbia pazienza. —
  3: Vorrei. —
  4: E’ noto che nell’uffizio della Dateria si spediscono tra le altre dispense quelle per matrimonio [...]
  5: Nota la naturalezza di questo Ggià llei lo sa, che fa dell’Abate un vero maestro di furberia merca[...]
  6: Ci vogliono. —
  7: Feci. —
  8: Sottintendi: che ci occorressero. —
  9: Nudi e crudi. —
  10: Permesso.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLV. Er cardinale novo.
  1: Dire. —
  2: So. —
  3: Il papa. —
  4: Di certo. —
  5: Un’altra. —
  6: Sorprendente: è detto ironicamente. —
  7: A dirla proprio schietta schietta. —
  8: Capisci. —
  9: Dici. —
  10: Gli pigli. —
  11: Mancano testimonianze che questo sonetto sia del Belli.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLVI. ’Na bbona lezzione.
  1: Poi che, da che. —
  2: È detto per complimento. —
  3: Tutta la prima strofa è un’ironia. —
  4: Vuoi. —
  5: Per un. —
  6: Hai da andare a fare: devi andare... —
  7: Comunione. —
  8: In modo che lo risappia. —
  9: Il Presidente del rione, che è una specie di questore di polizia. —
  10: Oratorio de’ Gesuiti. —
  11: Datti. —
  12: Sappimi dire. —
  13: Ppe’ ccrisstallina! fa le veci di per Cristo! affine di non nominare il nome di Dio invano. —
  14: Piovono.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • XLVII. ’N odore de rivuluzzione.
  1: Ci penseranno loro, cioè: «ci penserà chi può, chi comanda.» Pare che fosse il ritornello, con cui[...]
  2: Ci hanno. —
  3: È una bestemmia mezzo velata, come pe’ ccristallina, potendosi intendere per Diodoro. Avrà di cert[...]
  4: Con questo bel. —
  5: Non si può andare. —
  6: Se. —
  7: Poltroni. —
  8: Calcutta.



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      • XLVIII. Nove bbestie nove.
  1: Nuove. —
  2: Torlonia. —
  3: Camelli. —
  4: Si dice: è proprio il dicitur dei latini. —
  5: Trasportar calce. —
  6: Adoperarli: in ste cose, a quest’uso. —
  7: Di certo. —
  8: Replicò, rispose. —
  9: Allude alla desolazione della campagna romana, o fors’anco di Roma.



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      • XLIX. La preghiera d’un zervitore.
  1: V’incontraste a vedere. —
  2: Croce. —
  3: Al quale, e il jje (gli) che segue, è un pleonasmo d’uso frequente. —
  4: Persino. —
  5: Fategli crescere. —
  6: Lasciarmi. —
  7: Voglia, desiderio. —
  8: Raccoglietelo. —
  9: Così sia.



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      • L. Er ziggnore, o vvolémo di’ iddio.
  1: Il Signore o vogliamo dire Iddio. —
  2: Indegni per degni è un controsenso dei soliti, come inzalubbre per salubre, e simili. —
  3: Capirla. —
  4: Difficile. —
  5: Nel traslato, questo nome ha molti significati: qui sta per «quistione difficile, astrusa.» —
  6: Il versetto del Dies iræ, «Teste David cum Sybilla,» è così inteso dai Romaneschi, i quali fanno t[...]
  7: Santa Prudenziana e Plautilla: chiesa di Roma. —
  8: Da ragazzo. Ciuco o sciuco vale sempre piccolo. —
  9: È una frase usata dai ragazzi, giuocando a gattacieca. Quello tra essi che dà un pugno su le spall[...]
  10: Senso: «Per farmi capire come Dio si trovi comodamente (a ffasciolo) anche nei più piccoli luoghi [...]
  11: Da qui. —
  12: Come la civetta sul mazzuolo. —
  13: Riflettere.



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      • LI. L’Inferno.
  1: Se vuoi. —
  2: Chiaro e tondo. —
  3: Non ci posso credere. —
  4: Signore. —
  5: Ci abbia. —
  6: Sta. —
  7: Salvatore: è il nome della persona con cui parla. —
  8: Calza: non mi quadra. —
  9: Mi confondo. —
  10: Nel pensare. —
  11: Il costrutto poco naturale delle due quartine e parecchi altri difetti ci fecero sospettare che q[...]



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      • LII. Er giudizzio univerzale.
  1: Trombe. —
  2: Sonare. —
  3: Con tanto di vocione, come se lo volesse misurare. —
  4: Dire. —
  5: Fuori a chi tocca, è frase dell’uso, specialmente nel giuoco delle bocce, per invitare a turno i g[...]
  6: Scheletri. —
  7: A ppecorone, colle mani e co’ piedi; carponi. Il traslato è tolto dal camminar delle pecore. —
  8: Ripigliare. —
  9: Pulcini. —
  10: Chioccia. —
  11: Cioè: una per l’inferno, l’altra pel paradiso. —
  12: Sonagliera, che qui sta per moltitudine.



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      • LIII. L’indurgenze.
  1: L’indulgenze. —
  2: Se non m’intendo. —
  3: Sciocco. —
  4: Puoi. —
  5: Scassare, cancellare. —
  6: Testa dura, zucca: lo pôi scassà dar cocciolone equivale alla frase italiana puoi levartelo di ca[...]
  7: Mi vuoi dare ad intendere. —
  8: Bellimbusto: ma qui sor paino è detto ironicamente. —
  9: Ma vuoi sapere la cosa come sta? —
  10: Vedere. —
  11: Dove. —
  12: Ci. —
  13: Ci manca. —
  14: Cassettina per ricevere le offerte, che si vede in molte chiese, sotto alle bolle papali che accor[...]



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      • LIV. Er tempo cattivo.
  1: Questo sonetto è di Francesco Spada romano, vivente, amicissimo del Belli; ed è tra i rarissimi ch[...]
  2: Ruote di mole. Pigliano la mola per il molino. Anche nell’Umbria s’ode spesso: «Dove se’ jito? — S[...]
  3: Specie di granchi, chiamati così, forse perchè sono più teneri di altri. —
  4: Ciriuole. —
  5: Intendi: «So che questo pensiero che ho io, è tale da andarci all’Inferno; ma tuttavia lo dirò.» —[...]
  6: Variante: Ma in testa me sce sta ch’er Padreterno. —
  7: Abbia. —
  8: Dar di volta alle carriole, vale impazzire. —
  9: Ci ha. —
  10: Fare una chiusa d’atto significa «finir qualche cosa in modo straordinario;» dacchè gli atti al te[...]
  11: Coglie chi coglie, cioè: chi le tocca, son sue; chi more, more. Variante: Chi cojje, cojje.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LV. L’impicciatorio der padre-curato.
  1: L’imbroglio, il pasticcio. —
  2: Benché fossi in chiesa. —
  3: Che so io che cosa s’è imbrogliato! —
  4: Condimento. —
  5: Chiama così la predica confusa del curato, perchè v’ha infatti una certa insalata composta di molt[...]
  6: Tossisce. —
  7: Spurga. —
  8: Serva mandata (osserva i comandamenti di Dio), che il Romanesco intende: la serva mandata.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LVI. Le caluggne contro er governo.
  1: Quel che si dice in questo sonetto, è purtroppo la nuda verità, e cade opportunissimo oggi che tan[...]
  2: Qualunque spettacolo al teatro viene designato dai romaneschi col nome di commedia. —
  3: Troppo chiasso: è quasi inutile avvertire che la metafora è tolta dal ghetto degli Ebrei. —
  4: Nella piazza di Sant’Eustacchio, dove pel natale e per l’epifania, si elevano delle bottegacce di [...]
  5: Gli, che qui sta per a loro, ossia a sti ciarloni.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LVII. Er privileggio.
  1: Diventi. —
  2: Se, che in questo caso equivale a perchè. —
  3: Gli avrà. —
  4: È il grido con cui i cocchieri di Roma avvertono la gente perchè si guardi dalle carrozze. —
  5: Colpa. —
  6: S’è. —
  7: Siamo. —
  8: Ridere. —
  9: Al padrone del legno, affinché la risarcisse de’ danni patiti per la morte del marito. —
  10: Qui. —
  11: Questo sonetto fu scritto dal Belli in italiano, e quel quine, ch’egli non usava mai, perchè è una[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LVIII. L’incuronazzione de napujjone.
  1: Pio VII, che andò a Parigi per assistere all’incoronazione di Napoleone I, a’ 2 dicembre 1804. —
  2: Correndo. —
  3: Ci alzò il fiatone: ci fece il respiro grosso. —
  4: Possa friggere. —
  5: Gli fece. —
  6: Mentre si cantava: Deus, in adjutorium meum intende; Domine, ad adjuvandum me, festina, s’incoron[...]
  7: Amen. —
  8: Gli voltò la schiena. —
  9: Quando, dopo il ritorno di Pio VII, venivano fatti segno a sospetti e persecuzioni gli uomini che [...]



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      • LIX. Er regazzino de bottega.
  1: Questo e gli altri sonetti non politici che seguono, sono dipinture inarrivabili per verità e nat[...]
  2: Voglio. —
  3: Sottintendi: per la troppa fretta, quando mi mandate a far qualche servizio. —
  4: Vi sbagliate assai, rimproverandomi che ho tardato. —
  5: Ci andiedi, ci andai, in quei luogo dove mi mandaste. —
  6: Alla chiesa di San Clemente. —
  7: Stetti, tardai. —
  8: Corse. —
  9: Il tempo che ci vuole per recitar due volte il Credo. —
  10: E che? —
  11: Dal Colosseo a San Giovanni in Laterano. —
  12: Ci si va e si ritorna. —
  13: Scandalo, baccano, strepito. —
  14: Di tenermi al vostro servizio. —
  15: Andarmene. —
  16: Più vivace la variante popolare: De mannàvve a ffa’ fótte’, sor cornuto!



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LX. ’Na bbóna educazzione.
  1: Non ribaltare mai tuo padre: cioè, «non sottrarti mai alla sua autorità.» La metafora è tolta dal [...]
  2: Non ti far metter sotto: non ti far soverchiare. —
  3: Ti viene a dare. —
  4: Caldo caldo: lì per lì, a sangue caldo. —
  5: Uva. Porcaccio da ua é una frase appellativa di spregio molto usata, ma della quale, come di tante[...]
  6: Digli. —
  7: Di queste ragioni. —
  8: Io me ne impipo, me ne sgrullo. —
  9: Non gliene far restare. —
  10: Pure, anche. —
  11: Agnus Dei.



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      • LXI. Accusì va er monno. (1831)
  1: Questo sonetto è stampato nell’edizione del Salviucci (I, 311), ma colla prima terzina mutata di p[...]
  2: A startene a pigliar pena. —
  3: Correre. —
  4: Lascialo andare. —
  5: Verrà. —
  6: Sciocchezze. —
  7: Pensarci. —
  8: Qual costrutto ne cavò? — Ecco la terzina dell’edizione romana: «Ma ppiù der tu’ compare, che ssud[...]
  9: Vuol vivere. —
  10: Ci ho: ho. —
  11: Del dottor Me-ne-frego.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXII. Li bbôni conzijji.
  1: I buoni consigli. — La trista femmina che parla in questo sonetto, é dello stampo della Raffaella [...]
  2: Scioccaglie: grossi orecchini, a cui tengono molto le minenti o donne del popolo. —
  3: Ammazzato, che qui sta per maledetto. —
  4: Persino delle paglie: delle più minute e sciocche cose. —
  5: «Io non ti voglio dare un cattivo consiglio, o rendere un cattivo servigio; ma…» ma intanto glielo[...]
  6: Dar sotto vale «darsi con tutta lena ad un’operazione.» —
  7: Tenaglie. —
  8: Vorrei dire: Non farlo. Il non farlo, nell’uso comune, è sempre sottinteso. —
  9: Proverbio. —
  10: Confusione di gente inutile, importuna, spregevole. —
  11: Tienti su: sta sulla tua. —
  12: A briciola a briciola: a spilluzzico. —
  13: Chi nun z’ajjuta, s’affoga: proverbio.



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      • LXIII. Le scarpe rotte.
  1: Nei duemila è più sonetti del Belli sarebbe forse impossibile trovare un solo verso un po’ stiracc[...]
  2: Statevi zitto è una maniera molto comune ed efficace, che si dirige a chi, senza volerlo, ci rich[...]
  3: Ci ho. —
  4: Al piede destro. —
  5: Requiare (dal lat. requiesco), poco usato nella lingua scritta, ma vivissimo nella parlata. —
  6: Fritta. È uno de’ tanti spropositi curiosi che danno luogo ad equivoco, potendo affritta pigliarsi[...]
  7: Non si va a far buggerare: non ci leva l’incomodo. —
  8: Cioè, finito l’inverno. —
  9: Schiattar la settimana vale «penar sempre, tutti i sette giorni della settimana.» —
  10: A buon’ora, di buon mattino. —
  11: Mi fate ridere, dicendomi: non andare in fontana. Il dicendomi è sottinteso, perchè l’uso chiede [...]
  12: Quel no?! deve proprio dirsi con un modo tra l’interrogativo e l’esclamativo.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXIV. Le ficcanase.
  1: Scopri. —
  2: Apri un altro poco. —
  3: Giovine ben vestito. —
  4: Dov’è? dov’è? —
  5: Vieni. —
  6: Guarda, guarda, che nel dialetto si muta spesso in varda, e quindi per troncamento, in va’. —
  7: Chiamano mazzarello quella bacchettina, che portano al fianco le donne, bucata ad una estremità pe[...]
  8: Scaltra. —
  9: Ci ha dato, ci è capitato. —
  10: Ridere. —
  11: Ci hanno.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXV. ’Na sciacquata de bocca.
  1: Nel vestire. —
  2: Questo lusso. —
  3: Ci hanno quattrini. —
  4: Sono. —
  5: La roba da mangiare, e, in senso più largo, l’abbondanza d’ogni cosa. —
  6: Si spreca, va a male per la gran quantità. Lo dice ironicamente. —
  7: Felice. Non meno efficace per evidenza è la variante: Oh! si ruprisse l’occhi er zor Filisce!... —[...]
  8: L’araba Fenice. —
  9: Non c’è bisogno di avvertire che è una donna che parla in questo sonetto.



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      • LXVI. La compassione de la commare.
  1: Rimanere, restare, per la sorpresa. —
  2: Il marito di lei. —
  3: Ci aveva. —
  4: Non meno bella è la variante: L’aveva, ve’! ’na scera da spedale. — V’è chi legge le due quartine[...]
  5: Le pompe, le baldorie. Taluni leggono: scialli, plurale di scialle. —
  6: Testaccio è un luogo poco lunge da Roma, dove ne’ dì festivi il popolo va a fare le sue ricreazion[...]
  7: Le faccia.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXVII. La compaggnia de li siggnori.
  1: Gatte morte. —
  2: Le bugie che dicono. —
  3: Rialto. Avere o fare rialto vale, come in Toscana, «fare un pranzo o una cena più lauta del solit[...]



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXVIII. Er cungresso. (1860)
  1: Questo sonetto comparve quando, poco dopo l’annessione delle Marche e dell’Umbria, correva voce ch[...]
  2: Ci andate. —
  3: Noto porto sul Tevere; dentro Roma.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXIX. Arigalo ar papa pe’ mmagnà de magro. (1865)
  1: Questo e il seguente sonetto sono del sig. F. F. —
  2: Franco-belgi. —
  3: Irlandesi. —
  4: Fracidumi. —
  5: Don Pirlone: il Papa. —
  6: La lettera che accompagnava il dono.



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    • SONETTI   CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
      • LXX. Er zoggno der papa. (1865)
  1: Non è stato più bene. —
  2: Creatura, bambino. —
  3: Ritenersi. —
  4: Struggere: annientare. —
  5: Così chiamavansi per ischerno le soldatesche pontificie; e pare che siffatto traslato avesse origi[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • I. L’astrazzione.  (20 agosto 1830)
  1: Tiriamoci. —
  2: Obelisco di Monte Citorio. —
  3: Ci ripara. —
  4: Orfanello dell’Ospizio degli Orfani. —
  5: Guarda. —
  6: Ostinarsi in alterco. —
  7: Silenzio! Si veda la nota 6 al sonetto Pe’ la morte de Papa Grigorio. —
  8: Fanciullo: V. la nota 4. —
  9: Rimescola. —
  10: Che è? —
  11: Buglia, bisbiglio. —
  12: Rivolgiamo.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • II. Er confortatore.  (13 settembre 1830)
  1: Fisco. —
  2: Birri della corte. —
  3: Abbraccicare è «abbracciar fortemente.» Lo dicono anche nell’Umbria e a Siena. —
  4: Quanto a me, non me ne curo davvero!



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • III. L’inappetenza de nina.  (Morrovalle, 22 settembre 1831)
  1: Ansietà. —
  2: Digerire. —
  3: Un peso, una gravezza, indicando lo stomaco. —
  4: Quel non-so-che. —
  5: Mangiare. —
  6: Assenzio. —
  7: Non ci ho. —
  8: Difficoltà.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • VI. Le spacconerie.  (Morrovalle, 23 settembre 1831)
  1: Millanterie. —
  2: Asse: principal carta a varii giuochi. —
  3: Vôlti, rivolgi. —
  4: Il suono del peto. —
  5: Parte di ciò che si canta a chi millanta, cioè: C’erano certi frati della scala, che dicevano cal[...]
  6: Smargiasso, spaccone, millantatore, che al romore delle parole unisce certa importanza di mimica. [...]
  7: Si sala per fermarne la corruzione. —
  8: A’ ciarloni si ricorda il fine della cicala, che canta canta e poi crepa. —
  9: Mari e monti. —
  10: Ti darà le busse. —
  11: Ogn’uomo, che qui sta per «tutti gli uomini.»



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • V. Er carcio-farzo.  (Morrovalle, 25 settembre 1831)
  1: Tradimento. —
  2: Stacci all’erta. —
  3: E basta così; e va pei tuoi fatti. —
  4: Alla cera le si conosce l’idea di furba, di maligna. —
  5: Sebbene, benché. —
  6: Cuor mio. —
  7: Semplice che sei. —
  8: Modo proverbiale.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • VI. La lettra de la commare.  (Morrovalle, 26 settembre 1831)
  1: In piazza Montanara, presso l’antico teatro di Marcello, siedono alcuni scrivani o segretarii in [...]
  2: Sposare. —
  3: Al latore. —
  4: Frase usata spessissimo dagl’indotti, che nel discorso abbiano obliata qualche circostanza. —
  5: La bavella va a vil prezzo. —
  6: Placida del Cane.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • VII. La guittaria. Sonetto 1° Cacaritto a Cacastuppini  (Morrovalle, 26 settembre 1831)
  1: Miseria. —
  2: Miserabile. —
  3: Senza denari. —
  4: Essere in secco. —
  5: Essere a la fetta, vivere assegnato per povertà. —
  6: Essere al verde, rovinato. —
  7: Erba porcellana. —
  8: Ardea, antica città del Lazio. Essere ad Ardea, ardere, non avere un quattrino. —
  9: È finito. —
  10: Il comodo. —
  11: Andare in tresca o in cocchio. —
  12: Guardarci bieco. —
  13: Mangiare a braccetto, a braccio: «cibarsi magramente e senza neppure apparecchio di mensa.» —
  14: Pedacchia, via di Roma. Batter la pedacchia, andare a piedi. —
  15: Dormi alla bella stella. —
  16: Altra osteria di Roma: metafora consimile. —
  17: Acqua. —
  18: Essere all’amido, all’amidaro, esser fallito. Presso la chiesa di Sant’Anastasio de’ Greci era un [...]
  19: Pidocchio, si prende per simbolo di miseria.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • VIII. Sonetto 2° co’ la coda. — Risposta de Cacastuppini a Cacaritto.
  1: Non credere però; non prendere abbaglio. —
  2: Ci vedo. —
  3: Pan bianco, uomo stolido. —
  4: Non mi accade. —
  5: Far l’ammazzato, «patire desiderio innanzi a qualche cosa.» —
  6: Tritone, fontana in piazza Barberini. —
  7: Vi appetirebbe. —
  8: Avete fame? —
  9: Vestito. —
  10: Comperata. —
  11: Oppure. —
  12: Cacchio, germoglio; ricacchio, «secondo germoglio, il rigettare delle piante, il dar fuori nuove m[...]
  13: Matriciana, contadina della Matrice, terra del Napoletano, sul confine dello Stato pontificio. —
  14: Si usa di esporre al camino della casa i denti che cadono ai bambini, onde la Befana vi sostituisc[...]
  15: Gola. —
  16: In Campidoglio sono le carceri de’ debitori, i quali dalle inferriate sporgono alcune borsette all[...]
  17: Ironia di pugni. —
  18: Cagliare. —
  19: L’uomo. —
  20: Starsi. —
  21: Equivoco romanesco di saetta. —
  22: Ironia di cesso.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • IX. Ce so’ incappati!  (29 settembre 1831)
  1: Tavole scritte, che invitano i fedeli alla indulgenza in suffragio delle anime de’ condannati. —
  2: Sono. —
  3: Si allude alla questua. —
  4: Due chiese. —
  5: Esposto. —
  6: Horâ certâ. —
  7: Questi ribaldi. —
  8: Se non tengono. —
  9: Duro. —
  10: Con quel piccolo regalo. —
  11: Con rassegnazione. —
  12: Annibale. —
  13: L’assaltarono. —
  14: Per rubargli. —
  15: Turibolo. —
  16: Coll’o chiuso: colpo. —
  17: Intestino.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • X. Muzzio Sscevola all’ara.  (Otricoli, 10 ottobre 1831)
  1: Sovrano della Etruria. —
  2: Guglie, obelischi. —
  3: Buglia, sobbuglio, chiasso. —
  4: In cambio di una tegola. —
  5: Per iscontar l’errore. —
  6: Il sarcasmo andava a ferire la Guardia civica, formatasi in Roma durante i moti del 31, per difend[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XI. Er viaggiatore.  (14 novembre 1831)
  1: Castel Gandolfo: dove suol villeggiare il Papa. —
  2: Ci hanno. —
  3: Maniera. —
  4: Non ti dico bugia. —
  5: L’emissario del lago di Albano. Chi lo visita, si diletta di mandarvi dentro dei moccoletti accesi[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XII. è mejjo pèrde un bôn’amico, che una bbôna risposta.  (13 settembre 1830)
  1: Proverbio. —
  2: Corsi. —
  3: Non ne indovino. —
  4: A medicare una ferita. —
  5: Mi vide mettermi a sedere. —
  6: Inciprignita, accigliata: da ciurma, che in romanesco vale cipiglio. —
  7: Pure. —
  8: Logoro. —
  9: Dissi. —
  10: Possiate essere. —
  11: Almeno.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XIII. Li ventiscinque novembre.  (18 novembre 1831)
  1: Si cavano le stuoie. —
  2: Si. —
  3: Opinione volgare costantissima, che si ride della esperienza. —
  4: Il bugiardello: il lunario. —
  5: Abbruzzesi suonatori di pive e cornamuse o cennamelle, che il popolo chiama ciaramelle. —
  6: Mantelletti rattoppati, che raramente giungono loro al ginocchio. —
  7: Niuno può vantarsi di aver mai inteso ciò che essi cantano. —
  8: Tali e quali.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XIV. La corda ar corzo.  (21 novembre 1831)
  1: «Roma tutta intiera. La ricorda anche l’autore di questi versi, benché giovane.» Così annotava il [...]
  2: Ci davano. —
  3: Il tirar su e poi ricalare il paziente; senza abbandonarne il peso a sè stesso, come si usava ne’[...]
  4: Fare i cardinali vale «sputar sangue.» —
  5: Starci.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XV. Er falegname cor regazzo.  (21 novembre 1831)
  1: Che non ci azzecchi. —
  2: Storpiatura di allons francese. —
  3: Piazza-navona, detta talvolta ladrona, a causa del fraudolento traffico che vi fanno i rivendugli[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XVI. L’editto pe’ la cuaresima.  (24 novembre 1831)
  1: Nel quale è. —
  2: Ci ha. —
  3: Si sottintende a, per questi ghiotti, ecc. —
  4: Quant’a me, ci ho, ecc. —
  5: Si può. —
  6: La misura di un dito. —
  7: Si riscioglie per si risciolgono.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XVII. La ggiostra a Ggorea.
  1: Anfiteatro detto di Corèa, dal palazzo già della famiglia di tal nome, al quale è aderente. È fabb[...]
  2: Calca. —
  3: Parevamo. —
  4: In senso attivo, scagliàti. —
  5: Un miglio. —
  6: Toro castrone. —
  7: Ferito con lacerazione. —
  8: Cinicella, soprannome di un famigerato giostratore nativo di Terni.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XVIII. Che llingue curiose.  (7 dicembre 1831)
  1: Questa tua. —
  2: Per esempio six pauls ecc. —
  3: C’est à toi. —
  4: Si. —
  5: Pretendeva. —
  6: Assez. —
  7: Dicesse. —
  8: Da affogarci te pure.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XIX. La spia.  (7 gennaio 1832)
  1: Corte per birraglia. —
  2: Otto sinonimi di spia. —
  3: Quando facevate il ruffiano. Ruffo e Fiano, due palazzi di Roma. —
  4: Porto sul Tevere. Intendi: «Volevate annegarvi, disperato pei magri affari che vi capitavano». —
  5: Oriuoli da tasca. —
  6: Con in mano il bastone guarnito di pomo di argento. —
  7: V’era il palazzo della polizia. —
  8: Sull’imbrunire del giorno. —
  9: Una delle vie di Roma, che dal Corso traversando Ripetta fa capo al Tevere.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XX. Le capate.  (10 gennaio 1832)
  1: La pubblica ammazzatoia. —
  2: Voce di spregio. —
  3: Voluto. —
  4: Alzare. —
  5: Del Popolo. —
  6: Si. —
  7: Erano detti capate que’ branchi di bestie vaccine che s’introducevano in Roma disciolte, nel giove[...]
  8: Alla sciolta. —
  9: Se. —
  10: Mandarino. —
  11: Butteri a cavallo. —
  12: Le tre vie che mettono capo alla Piazza del Popolo. —
  13: Che ridere ecc. —
  14: Metter mano per entrare. —
  15: Creature.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXI. Er presepio de la Rescèli.  (12 gennaio 1832)
  1: Il presepio de’ frati Francescani dell’Ara-Cœli sul Campidoglio (dov’era il tempio di Giove Capit[...]
  2: Vecchietto. —
  3: Coll’o stretta come in ascoso. —
  4: Merletti. —
  5: Miseria. —
  6: I due seguenti personaggi a ragionamento fra loro si trovano quasi a contatto col gruppo del mist[...]
  7: Riscuotere per esigere. —
  8: Colla o stretta: molto.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXII. Chi va la notte, va a la morte.  (21 gennaio 1832)
  1: Proverbio. —
  2: Via di Roma. —
  3: Santa Maria in via lata, antico nome del Corso. —
  4: È comune opinione del popolo che la memoria risieda nella parte posteriore del capo, la quale si c[...]
  5: A gocciole, come una vite recisa che dia umore. —
  6: Baroccio, carretta da buoi. —
  7: Dall’allons de’ Francesi. —
  8: È una parte di quel proverbio insensato e crudele, che dice: «Pecora nera, pecora bianca; chi more[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXIII. Le funtane.  (24 gennaio 1832)
  1: Ci spetta. —
  2: Ciana: adornata con caricatura. —
  3: Il titolo di suor o suora vien dato alle religiose: qui è detto per ischerno. Spuzzetta, donnucco[...]
  4: Si arroga per sicurezza. —
  5: Colla e larga. —
  6: Pronunziato con vivace impazienza vale no davvero. —
  7: Peti.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXIV. Er diluvio da lupi-manari.  (28 gennaio 1832)
  1: È opinione che nelle notti molto piovose alcuni uomini sieno assaliti da un male, che togliendoli [...]
  2: Pioggia dirotta e continua. —
  3: Pioggia forte e improvvisa, che poi rallenta. —
  4: Si può dar di peggio?



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXV. Li commedianti de cuell’anno.  (2 febbraio 1832)
  1: Ci convengo. —
  2: Il teatro di Pallacorda degl’infimi di Roma. —
  3: Quantità. —
  4: Istrioni esperti. —
  5: La Job e Gattinelli: due primi attori. —
  6: Teatro delle dame, detto di Alibert, il più vasto di Roma, ma inornato e di cattiva forma. —
  7: Raftopolo. —
  8: D’aspetto. —
  9: Cioè senza superiore: metafora presa dal giuoco della briscola. —
  10: Vedova. —
  11: Tanto in basso era l’arte della recitazione a que’ tempi! Per chi voglia conoscere a fondo gl’istr[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXVI. Le spille.  (27 novembre 1832)
  1: A cui vuol bene. —
  2: La sintassi degli antecedenti due versi dia un saggio della reale dei romaneschi. —
  3: Guastarsi il sangue verso di alcuno, vale «prenderlo in odio.» —
  4: Vatti a cercare quando ritorni in salute. —
  5: Amanti. —
  6: Un non so che. —
  7: Farne a meno. —
  8: Vuole esibirla. —
  9: Puntura. —
  10: Dimorando a Roma, ricordo di aver udito più volte dalla bocca di donne, che non erano femminette,[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXVII. La povera madre.  (30 novembre 1832)
  1: Questo e gli altri due sonetti che seguono, sono una dipintura vivace e passionata delle angoscie [...]
  2: Castel sant’Angelo, dove a que’ tempi il paterno Governo tappava i detenuti politici. —
  3: Sentirgli.



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      • XXVIII. La povera madre.  (30 novembre 1832)
  1: Del buon consiglio. —
  2: Non mi badare: non mi dar retta. Quanta verità e quanta poesia in questo confidente abbandono dell[...]
  3: Non sono io. —
  4: Se. —
  5: Piglio. —
  6: Luigi: il figlio. —
  7: Può dire quel che sia stata, ecc.



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      • XXIX. La povera madre.  (30 novembre 1832)
  1: Con cui. —
  2: Involtavo. —
  3: Non so. —
  4: Dica. —
  5: Viva in pace, quand’io sarò morta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXX. La spezziaria.  (2 dicembre 1832)
  1: Protomedico. —
  2: Mortaio. —
  3: Propina. —
  4: Piacciono.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXI. Er costituto.  (3 dicembre 1832)
  1: Chiesetta e contrada del foro Trajano. —
  2: Presidente onorario di polizia. —
  3: Sono.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXII. Li fijji impertinenti.  (4 dicembre 1832)
  1: Celeste. —
  2: Irrequieti, birichini, ecc. —
  3: Nena, accorciativo di Maddalena. —
  4: Gesù! —
  5: Che è. —
  6: Si discorre, basti dire. —
  7: Flemma; pazienza. —
  8: Ne’casi di soverchio romore sogliono gli abitanti inferiori percuotere il soffitto con un bastone.[...]
  9: Vi raccolga.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXIII. La mojje der giucatore.  (5 dicembre 1832)
  1: Non posso. —
  2: Avesse. —
  3: Se vedessi. —
  4: Camiciola a maniche, vestimento ordinario del volgo. —
  5: Sottointendi: È questa.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXIV. Le lingue der monno.  (16 dicembre 1832)
  1: Differente. —
  2: Ciuchi, piccoli, ragazzi. —
  3: A mente. —
  4: Villani di romagna; naturali della Riccia, già Ariccia; abitanti di Marino e di Frascati, terre v[...]
  5: Diciamo. —
  6: Trombone.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXV. Le cose create.  (21 dicembre 1832)
  1: Agnello di latte. —
  2: Difetto. —
  3: Pensandoci. —
  4: Crearci. —
  5: Verrebbe. —
  6: Venderci.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXVI. Er carzolaro ar caffè.  (13 gennaio 1833)
  1: Vedere. —
  2: Do di piglio a ecc. —
  3: Guarda. —
  4: Che bel modo hanno. —
  5: Imbecille. —
  6: Mostaccio. —
  7: Spende. —
  8: Silenzio. —
  9: Inghiottire.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXVII. Er carzolaro ar caffè.  (14 gennaio 1833)
  1: Mettere i consoli in Palazzo, frase che si usa sempre ironicamente anche nell’Umbria, e che ricor[...]
  2: Che pretensioni; che vanità. —
  3: Se avevate. —
  4: Vi dovevate impiegare.



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      • XXXVIII. Er carzolaro ar caffè.  (14 gennaio 1833)
  1: È un’altra cosa. —
  2: Ci tocchiamo la mano. —
  3: Cioè il figlio, ivi presente. —
  4: Scrive sui puntini, tracce di lettere. —
  5: I figli miei.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XXXIX. Er carzolaro ar caffè.  (14 gennaio 1833)
  1: Non ho. —
  2: Lecito e onesto. Quel lecito aggiunto a persona è tutto romanesco. —
  3: «Mi dolgo sempre della mia condizione, perchè qualcuno poi mi aiuti.» —
  4: Imbucheranno, allogheranno.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XL. Er lupo mannaro.  (15 gennaio 1833)
  1: Male di convulsioni, vero o finto che sia. Si veda, a questo proposito, la nota 1a al sonetto Er [...]
  2: Corse. —
  3: Andò. —
  4: Immondezzaio. —
  5: Saliscendo. —
  6: S’avventò. —
  7: Sbranò. —
  8: Senza che ella potesse far parola. —
  9: L’avvisò. —
  10: Capriccio. —
  11: Almeno. —
  12: Questo è il rimedio prescritto dalle donne: dare in mano al lupo una chiave femina. Tutto il sonet[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLI. La regazza acciuffata.  (18 febbraio 1833)
  1: La innamorata cipigliosa. —
  2: Mill’altre volte. —
  3: Ballargli. —
  4: Suonarsela, partire. —
  5: Vogliono. —
  6: Rida. —
  7: Se dunque per caso ella ha, ecc. —
  8: Lucïola, l’altra supposta amante.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLII. Da erode a ppilato.  (19 febbraio 1833)
  1: Merletti. —
  2: Flosce. —
  3: Disse. —
  4: Filoche de’ Francesi. —
  5: Compito, nel senso di gentilezza. —
  6: Delle doglie, cioè della spesa. —
  7: Sciogliere, cavar danari.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLIII. L’aritropica.  (3 marzo 1833)
  1: La idropica. —
  2: Ogni qualvolta. —
  3: Si sia. —
  4: Massa. —
  5: Ci vuol altro che pillole. —
  6: Ridare. —
  7: Guarda quel che accade a Checca. —
  8: Quand’io ci andai. —
  9: Riportarle. —
  10: Biribisso —
  11: Mi parve. —
  12: Si deve accompagnare queste parole con un gesto di braccia. —
  13: Crisi. —
  14: Secondo le vie umane.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLIV. Li commedianti.  (13 novembre 1833)
  1: Vi. —
  2: Voi altri. —
  3: Tata, sinonimo di babbo, papà. —
  4: Di far piovere. —
  5: Se no, altrimenti. —
  6: Si. —
  7: Traliccio.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLV. Li fijji de li siggnori.  (18 novembre 1833)
  1: Per non farli. —
  2: Chi gliene dasse. —
  3: Non paiono. —
  4: Tagliolini: lasagne sottilissime e strette, che in Toscana si chiamano anche tagliarini, taglieri[...]
  5: Pure. —
  6: Che vuol dire. —
  7: Metter loro. —
  8: Sono. —
  9: Grandicelli.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLVI. Er grann accaduto successo a pperuggia.  (5 gennaio 1834)
  1: Si. —
  2: Nemmeno se fossimo. —
  3: Gargozzo, strozza. —
  4: Questi orribili particolari del misfatto sono storici. —
  5: Sfragello che dicesi anche sfracello, deriva dal verbo sfragellare o sfracellare, e qui vale «str[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLVII. Er carzolaro.  (21 marzo 1834)
  1: Altro. —
  2: Denari. —
  3: Dall’allons de’ Francesi. —
  4: Esclamazione insignificante. —
  5: I Romani, abituati a vedersi imporre nuove leggi con editti improvvisi, usano sempre nel linguaggi[...]
  6: Cianche per gambe. —
  7: Marciano. —
  8: Cabriolet. —
  9: Voi pure.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XLVIII. Lo stracciarolo.  (22 marzo 1834)
  1: Farla. —
  2: Confondere. —
  3: Dividere. —
  4: Chacun à sa place, direbbe il francese.



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      • XLIX. L’illuminazion de la cuppola.  (4 aprile 1834)
  1: Forse. —
  2: Quale. —
  3: Può essere. —
  4: Ci abbia. —
  5: Ti instupidisce. —
  6: Ti fa perdere.



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      • L. ’Na ’resia bell’e bbona.  (6 aprile 1834)
  1: Una eresia. —
  2: Diremmo. —
  3: Cento. —
  4: Ara-cœli: Chiesa e Convento di Francescani. —
  5: Fra Comodo. —
  6: Andò. —
  7: Dirci. —
  8: Apostata.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LI. La lezzione der padroncino.  (8 aprile 1834)
  1: Il figlio più grandicello. —
  2: Se. —
  3: Ogni sempre; sempre. —
  4: Ma a me mi pare, a me: ripetizione efficace e d’uso frequente. —
  5: Diciamo. —
  6: Se fossero difficili: e qui notisi che i nomi femminili che nel singolare escono in e, ritengono l[...]
  7: Gli altri. —
  8: Capirei. —
  9: Equivale a nulla.



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      • LII. Le fijje ozziose.  (14 aprile 1834)
  1: Eccole. —
  2: Ci avete. —
  3: Un libro prezioso. —
  4: Pettegolette. —
  5: Figlio caca-nido è l’ultimo nato. La nostra buona mamma ha qui tutte figlie ultime. —
  6: Voi altre.



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      • LIII. La visita de la sor’Anna.  (14 aprile 1834)
  1: Vi ci ha. —
  2: Non se ne sa più nuova. —
  3: È costante credenza del popolo che il possessore di una lucerta di due code debba andar favorito d[...]
  4: Cos’è? —
  5: Metafora tolta dalla numerazione delle monete, che soglionsi dividere in cartocci da sc. 50 per c[...]
  6: Secondo.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LIV. Er monnezzaro provvibbito.  (18 aprile 1834)
  1: L’immondezzaio proibito. —
  2: Scudi. —
  3: Non ci ho: non ho. —
  4: Altro che: fuorchè. —
  5: Un grosso di argento. —
  6: Per farmi stendere. —
  7: Da dirsi. —
  8: Non gli garba. —
  9: Rifatelo.



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      • LV. Se more.  (20 aprile 1834)
  1: Si muore. —
  2: Non sapete. —
  3: Repiscitto, o ripiscitto, é l’ordinario soprannome che si dà ai villanelli. —
  4: Da poterci. —
  5: Cipollaro, aggiunto di cavallo o di asino che abbia vizio d’inciampare. —
  6: Non mi fare. —
  7: La volle fare. —
  8: Gli diedi. —
  9: Starnuto. —
  10: Le gambe.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LVI. Li canterini nottetempi.  (22 aprile 1834)
  1: Notturni. —
  2: Se. —
  3: Pure. —
  4: Si. —
  5: Non lo pigliate. —
  6: Chiesa e cenobio sulla piazza di Monte Citorio. —
  7: Emistichio di Metastasio, che a tempo de’ nostri padri si udiva spessissimo a notte risuonare nel[...]
  8: Aguglia. L’obelisco eretto in mezzo alla piazza.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LVII. Er tumurto.  (24 aprile 1834)
  1: Via del Consolato. —
  2: Può essere forse. —
  3: Guardano in su. —
  4: Si rivoltano. —
  5: Alzano le mani. —
  6: Che è: cosa è.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LVIII. Er pescivénnolo.  (25 aprile 1834)
  1: Il pescivendolo. —
  2: Lustrino, grossetto, grosso: moneta d’argento da 5 bajocchi. —
  3: In queste specie. —
  4: Pivetto, nome di scherno che si dà a’ garzonetti. —
  5: Andate. —
  6: Se. —
  7: Vi riesce.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LIX. Er negroscopio solaro andromatico.  (9 giugno 1834)
  1: Il microscopio solare acromatico. Il vocabolo andromatico è quello di cui si vale un certo occhia[...]
  2: Ci nuotano. —
  3: Al vedere. —
  4: Piccola. —
  5: Crescervi. Il vi non particella di luogo, ma pronominale. —
  6: Adagio adagio. —
  7: M.r Lagarrigue, proprietario del microscopio che si mostrava a Piazza di Spagna. Il prezzo d’ingre[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LX. La cratura in fasciòla, fijjo der capitano.  (14 giugno 1834)
  1: Me ne rallegro. —
  2: Si. —
  3: Si suole appendere al petto de’ bambini, mercè una catenella di argento, un cornetto o di pietra o[...]
  4: Zucchero involto e legato entro un pezzetto di pannolino. —
  5: Il latte. —
  6: Come dicesse: ve’, ve’, ve’. Si veda la nota 6 al sonetto Le ficcanase. —
  7: Voglia dirle.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXI. Er coco.  (21 giugno 1834)
  1: Sono. —
  2: Scipitezze. —
  3: Si scrutina. —
  4: A voi: eccovene prova. Ironicamente sogliono anche dire: A vvoi! annàtesce a bbéve’.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXII. Lo scardìno perzo.  (21 giugno 1834)
  1: Il caldanino perduto. —
  2: Questo sparpagliamento. —
  3: Minutaglie confuse. —
  4: Ditale: anello da cucire. —
  5: Un picciuòlo di ciliegia. —
  6: Se. —
  7: Puoi essere. —
  8: Pure. —
  9: Perduta. Il participio, retto dall’ausiliare essere preceduto da particella pronominale, è accord[...]
  10: Indovina. —
  11: Qui abitat ecc., salmo cui si attribuisce la virtù di far trovare le cose smarrite. —
  12: Eleonora. —
  13: «Quoniam ipse liberabit me de laqueo venantium, ecc.» versetto del suddetto salmo.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXIII. Lo spasseggio der paìno.  (29 giugno 1834)
  1: Le persone del ceto civile sono pel volgo paìni, cioè eleganti. —
  2: Che è? —
  3: Fischio e fischietto, nome di spregio dato ai giovinetti. —
  4: Prender l’acqua a passare, passar l’acqua: passeggiare innanzi e indietro. —
  5: Vi sarebbe mai questo caso? —
  6: Per farvi capace, per capacitarvi. —
  7: Ci volano. —
  8: Bellìco. —
  9: Non serve di batter la gambetta: fremere. —
  10: Pure. —
  11: Rezzola chiamasi la rezza, o reticella, in cui le donne di certi rioni accolgono i capelli. Penden[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXIV. A Ggesù ssagramentato.  (1 dicembre 1834)
  1: Abbia un propizio intervallo di tempo. —
  2: Potermi. —
  3: Per essere. —
  4: Da farmi rinnegarci. —
  5: Raccogliete. —
  6: Ci ho.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXV. Er beccamorto de casa.  (5 dicembre 1834)
  1: In somma è un altro. —
  2: Non sia.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXVI. Una fatica nova.  (11 dicembre 1834)
  1: Di strofinarsi. —
  2: Eccoti. —
  3: In qual maniera. —
  4: Si. —
  5: Si dasse.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXVII. Le bbestie der paradiso terrestre.  (19 dicembre 1834)
  1: Facevano. —
  2: Senza per nulla dipendere. —
  3: Niente cocchieri. —
  4: Macelli —
  5: Eccoti. —
  6: Il sugo.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXVIII. Le crature.  (26 dicembre 1834)
  1: Appena. —
  2: Creatura, bambino. —
  3: Se le. —
  4: Tornio. —
  5: Dura. —
  6: Altri. —
  7: Stupido. —
  8: Madri. —
  9: Si sa. —
  10: Il piangere. —
  11: Pajono rondò. —
  12: Tor-di-Nona, teatro regio di Roma.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXIX. Li pericoli der temporale.  (13 gennaio 1835)
  1: Sanctus Deus, sanctus fortis ec., trisagio angelico che si recita, segnandosi, al balenare o allo [...]
  2: Quasi croccamento; lo scoppio elettrico. —
  3: Fulmine. La plebe ha ripugnanza di chiamarlo col suo nome. —
  4: T’infrange. —
  5: Non sia mai. —
  6: Pure. —
  7: Suocera. —
  8: Vedendo. —
  9: Non si. —
  10: L’andò. —
  11: Crede il nostro popolo che il fulmine passando presso una persona la incenerisca, lasciandole null[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXX. L’usanze bbuffe.  (16 gennaio 1835)
  1: Per essere. —
  2: Di rimetterci. —
  3: Dal punto. —
  4: Gastrica. —
  5: Non si riposa. —
  6: Figurati. —
  7: Ne sciorina. —
  8: A botti. —
  9: Per dare.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXI. Chi ss’attacca a la Madonna nun ha ppavura de le corna.  (21 gennaio 1835)
  1: Proverbio. —
  2: Si. —
  3: Può disputare. —
  4: Abbia pure. —
  5: Non si sprofonda. —
  6: Non pretendo. —
  7: Creature, figli. —
  8: Questo sonetto e il proverbio che gli serve di titolo, ci danno ragione del come vi possano essere[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXII. Er temporale de jjeri.  (24 gennaio 1835)
  1: Il 23 gennaio 1835. —
  2: Ci mancava. —
  3: All’improvviso. —
  4: Sentimmo. —
  5: Turarsi. —
  6: Colle mani. —
  7: Non morì altro.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXIII. La sepportura ggentilissima.  (2 febbraio 1835)
  1: Gentilizia. —
  2: Sganàsciati dal ridere. —
  3: Chiesa di Francescani riformati, sul Palatino. —
  4: Comperare. —
  5: Privativa.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXIV. Le lettanìe de Nannarella.  (4 febbraio 1835)
  1: Saltare. —
  2: I Romani si servono di questa voce così storpiata da allons, nel senso stesso e nelle stesse occa[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXV. Li crediti.  (3 aprile 1835)
  1: Darmi. —
  2: Col salirle. —
  3: Ci ho: mi si dànno. —
  4: Rispondermi.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXVI. La padrona bbizzocca.  (16 aprile 1835)
  1: Bestemmia. —
  2: Si. —
  3: Le dita. —
  4: Se. —
  5: Ilarione. —
  6: Mi saltarono. —
  7: Le risposi. —
  8: Sarebbe. —
  9: Scrutinasse, scrutasse.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXVII. La notizia del telèfrico.  (14 agosto 1835)
  1: Di telegrafo. —
  2: L’attentato del 8 luglio au boulevard du Temple. —
  3: L’assassino Fieschi si nominò sul principio Gérard. —
  4: Un subisso, una gran moltitudine. —
  5: Nessuna. —
  6: Colpito. —
  7: Ci si.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXVIII. Er dilettante de ponte.  (29 agosto 1835)
  1: Per ponte, detto così assolutamente, intendesi il Ponte sant’Angelo. La piazza sulla quale esso s[...]
  2: È vicina. —
  3: Si. —
  4: Molto ben pagato è il carnefice, e in qualunque servizio del suo mestiere gode di varii e bei pro[...]
  5: Ogni carnefice è dai romani chiamato mastro Titta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXIX. Le creanze a ttavola.  (31 agosto 1835)
  1: Mento. —
  2: Che testa dura che sei! —
  3: Andiamo, presto. —
  4: Al cacio. —
  5: Raschiamogli la scorza. —
  6: Che pretendi. —
  7: Caraffa. —
  8: Di pigliare una imbriacatura. —
  9: Imbriaco. —
  10: Se n’è ingoiato. —
  11: Ed ora si vuole. —
  12: Se. —
  13: Inghiottite. —
  14: Non si. —
  15: Mastica. —
  16: Non aggiungere boccone a boccone. —
  17: Salvietta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXX. Rifressione immorale sur culiseo.  (4 settembre 1835)
  1: Riflessioni morali sul Colosseo. —
  2: Vengono. —
  3: Fracassarsi. —
  4: Essi. —
  5: Si pigliavano. —
  6: Stragi. —
  7: Pace. —
  8: Eventi. —
  9: Questo mondo. —
  10: Cambia.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXI. La primaròla.  (2 settembre 1835)
  1: Primajuola: «Donna che è gravida per la prima volta.» —
  2: Al vedere: all’apparenza. —
  3: Se. —
  4: Non dev’essere una femmina. —
  5: Vi manda. —
  6: Per levarvi. —
  7: D’attorno. —
  8: Ci sono.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXII. La Madonna de la bbasilica libbreriana.  (11 settembre 1835)
  1: Basilica Liberiana, così detta dal nome di san Liberio Papa, sotto il cui Pontificato fu eretta, m[...]
  2: Ch’io volli andarci per far penitenza de’ miei peccati! —
  3: Panni sciorinati per farli asciugare. —
  4: Cantando le litanìe. —
  5: Faccenda. —
  6: Il cardinal Vicario, Odescalchi, fuggì con la Madonna nella Chiesa di Santa Maria in Vallicella ([...]
  7: Dovettero fare. —
  8: Questa frase dev’esser derivata dalla leggenda popolare di Paris e Vienna.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXIII. Er vistì de la ggente.  (13 settembre 1835)
  1: Non conclude. —
  2: A lei. È una costruzione tutta romanesca, d’uso frequente. —
  3: Si. —
  4: Da cima; e vale «cosa scelta, che sta sopra alle altre.» —
  5: Svelta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXIV. Le man’avanti.  (14 settembre 1835)
  1: Mani. —
  2: Un bel porco da uva: «sozzo in grado estremo.» —
  3: Questa storia, questa faccenda, ec. —
  4: Mi lasci in pace. —
  5: E si tenga le mani a sè. —
  6: Gamba. —
  7: Non ci riprovi. —
  8: Si. —
  9: Al proquoio. —
  10: E queste sue.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXV. Le chiamate dell’appiggionante.  (16 settembre 1835)
  1: Isabella. —
  2: Eccomi. —
  3: Elisabetta. —
  4: Ci avete, cioè semplicemente avete. —
  5: Un pignattino. —
  6: Ci ho: ho. —
  7: Della malva. —
  8: Non ci ho altro: non ho altro. —
  9: Prezzemolo. —
  10: Ma facciamo ad intenderci. —
  11: Se. —
  12: Cucina.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXVI. Li salari arretrati.  (19 settembre 1835)
  1: Pivolare è quel continuo insistere chiedendo, che non dà altrui riposo. —
  2: Un altro. —
  3: Se. —
  4: Al caffè in Piazza de’ caprettari. —
  5: E lo vedo fra due ec. Il paìno è chiunque veste con proprietà cittadinesca.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXVII. Un pavolo buttato.  (19 settembre 1835)
  1: Quando si profonda. —
  2: Stare. —
  3: Intiera. —
  4: Per godersi. —
  5: Gismonda di Mendrisio, tragedia di Silvio Pellico. —
  6: Porta Settimiana. —
  7: Lucia Gismondi, detta Gismonda, notissima ostetrica di Roma. —
  8: Si trattasse. —
  9: Decidere. —
  10: Ci si va per piangere? —
  11: Per ridere.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXVIII. Er pupo.  (20 settembre 1835)
  1: Il puttino. —
  2: Che bel cavallo! —
  3: Ciambellona. —
  4: Far servo, salutare colla mano. —
  5: Ciumaco, cor mio, o altro vocabolo carezzativo. —
  6: La cosa bella e la cosa buona. —
  7: Grido degli ebrei stracciaiuoli. —
  8: Micióna, gattone. —
  9: Quando è suonato il campanello di casa. —
  10: Così dicendo s’innalza verso il cielo l’indice disteso. —
  11: Si.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • LXXXIX. Er pupo.  (20 settembre 1835)
  1: Ahi! —
  2: Quale fiacchezza. —
  3: Tenerlo. —
  4: Voler stare. —
  5: Crino, è quel cesto a campana, entro cui si pongono i bambini perchè si addestrino a camminare di[...]
  6: Il laccio che loro si attacca dietro le spalle onde sorreggerli nel camminare. —
  7: Poppa. —
  8: Dagliela un poco di pace. —
  9: Al putto. —
  10: Così fin dai primi momenti della vita, si principia da alcune madri ad educare i bambini alla ven[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XC. La povera mojje.  (25 settembre 1835)
  1: Mi lascia. —
  2: Se Iddio non ci rimedia. —
  3: Non avere altro. —
  4: Lavoro. —
  5: Vuol dire la frenesia. —
  6: Non sapere.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCI. La famijja poverella.  (26 settembre 1835)
  1: Or ora viene. —
  2: Se capiste. —
  3: Non c’è olio. —
  4: Non metterti. —
  5: Vieni. —
  6: Ti riscalda.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCII. La sabbatina.  (4 ottobre 1835)
  1: La sabbatina è quel vegliare la sera del sabato, onde poi mangiar cibi vietati passata che sia me[...]
  2: Segno fonetico di quel fischio acuto e gutturale, che si fa mettendo in bocca il dito indice ripie[...]
  3: Che vuoi? —
  4: Pipa. —
  5: A capo del letto. —
  6: Di queste cure. —
  7: Non istate a rompermi le scatole. —
  8: Dimmi almeno. —
  9: E con chi? —
  10: Questa risposta va pronunziata allungando le sillabe, quasi canterellando.



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      • XCIII. Er caval de bbronzo.  (1 novembre 1835)
  1: E dàgli, e seguita a dire che trotta e che galoppa. —
  2: Poco mancava che cadesse, ec., o scoppiasse. —
  3: Gambe. —
  4: Se. —
  5: Si. —
  6: Cioè, veramente, senza dubbio. —
  7: Microscopio. —
  8: Idropico. —
  9: È il fargli una paracentesi, ec. Difatti il famoso cavallo erasi col tempo riempiuto di acqua e m[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCIV. Le smammate.  (3 novembre 1835)
  1: Smancerie, vezzi di madre. —
  2: Cicio; parola vezzeggiativa. —
  3: Oh Dio signore! o povera creatura! (che il popolo dice cratura). Queste parole sono qui scritte s[...]
  4: Cane. —
  5: Berrettone. —
  6: Bumba è pe’ bambini tuttociò che si beve. —
  7: Vi metta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCV. L’urtimo bbicchiere.  (5 novembre 1835)
  1: Si. —
  2: Si sono rotti tanto, che ecc. —
  3: Se ci ritorna. —
  4: Di voi altri settari. —
  5: Non sono. —
  6: Pure. —
  7: L’altro. —
  8: Scismatico, scettico, luterano, miscredente.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCVI. Li troppi ariguardi.  (25 novembre 1835)
  1: Signora Eulalia. —
  2: Ottusa. —
  3: S’intende. —
  4: Atmosfera. —
  5: Gli si. —
  6: Se. —
  7: Disgraziata, poveretta. —
  8: L’ostruzione di fegato. —
  9: Ci. —
  10: Chiusa. —
  11: Contrazione di figlia. —
  12: Proverbio, che vale tutto un trattato d’igiene.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCVII. L’assaggio delle carote.  (26 dicembre 1835)
  1: Il saggio delle menzogne. —
  2: Altro. —
  3: Se. —
  4: Ci attacca. —
  5: Ti viene. —
  6: Ne feci. —
  7: Pantofole.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCVIII. Le donne litichine.  (27 marzo 1836)
  1: Litigiose. —
  2: Dov’è, dov’è? quasi dov’è ella, dov’è ella. —
  3: L’arroganza. —
  4: Esci. —
  5: Di coniglio; ed essendo femina, le dice coniglia. —
  6: Se ci ho, se ho. —
  7: Le unghie. —
  8: Signora Cecilia. —
  9: Gli sfrizzoli sono quelle pellicole mezzo asciutte, che rimangono della sugna, dopo colatone il gr[...]
  10: Bagascia. —
  11: Sozzona. —
  12: Ritornaci. —
  13: Rotolare. —
  14: Lungara, contrada in Trastevere.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • XCIX. Le donne litichine.  (27 marzo 1836)
  1: Con me queste jattanze? —
  2: Non m’insultare. —
  3: Scanzati. —
  4: Non fermarmi. —
  5: Che ti pensi? Che è? —
  6: Fermati. —
  7: Cacio.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • C. Le donne litichine.  (27 marzo 1836)
  1: Che è questo strepito? —
  2: Stiamo. —
  3: Mento lungo, aguzzo. —
  4: Sulla qual piazza si tiene mercato. —
  5: Gambe. —
  6: Mi fa specie, maraviglia. —
  7: Siete. —
  8: Se un’altra volta.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CI. Le donne a mmèssa.  (30 marzo 1836)
  1: Il nome generico che si dà a qualunque donna incognita è quello di sposa. Questo vocabolo pronunc[...]
  2: Mettiamoci. —
  3: Antonia. —
  4: Lasciatemi. —
  5: Mi sono. —
  6: Siete. —
  7: Che voglion dire. —
  8: Andatevelo a trovare. —
  9: Un bel. —
  10: Si. —
  11: Vogliono.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CII. Er miserere de la sittimana santa.  (31 marzo 1836)
  1: Inglesi. —
  2: Piazza molto nota di Roma, dove sogliono abitare la maggior parte degli Inglesi. —
  3: Altro. —
  4: Ci sono: ci si sono fermati. —
  5: Dell’uva.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CIII. Er merito de li ricchi.  (3 aprile 1836)
  1: Noi altri. —
  2: Sozzi, gente da letamaio, spregevoli ecc. —
  3: In cambio di cervelli. —
  4: Fosse magari. —
  5: Si. —
  6: Scalzo. —
  7: Pure.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CIV. Certe parole latine.  (26 settembre 1836)
  1: Quasi. —
  2: Cioè: simile a quella che m’hai raccontato tu. Questo sonetto era forse preceduto da un altro d’a[...]
  3: Di zia Pacifica. —
  4: Allude alle stalattiti delle Marmore. —
  5: Ad Assisi. —
  6: Magnificat. —
  7: Fecit mihi magna. —
  8: All’abbate gli pigliò un tantino di tosse, cioè finse di tossire per guadagnar tempo, trovandosi i[...]
  9: Vuol dire in volgare.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CV. Mastro Grespino.  (30 novembre 1836)
  1: Crispino: nome comune de’ calzolai. —
  2: Stanno attillati in modo, che ecc. —
  3: Si sa. —
  4: Sono. —
  5: Sandali. —
  6: Goffi oggetti. —
  7: Deformi per larghezza. —
  8: Sbatta: batta. —
  9: Faccia di questo: «faccia in questo modo, come faccio io.» —
  10: Il caldo. —
  11: Medesimo. —
  12: Piglia il sesto. —
  13: Questa costruzione spropositata, ma efficace, è d’uso molto frequente tra’ Romaneschi.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CVI. Mastro Grespinio.  (30 novembre)
  1: Brodequins: borzacchini. —
  2: Ci si. —
  3: Dal verbo strozzare. Qui significa però stringere eccessivamente, mercè una strozzatura in qualche[...]
  4: Calzi comodo. —
  5: Si.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CVII. La bbefana.  (6 gennaio 1837)
  1: Qui significa l’elegante, il languente, ec. —
  2: Una sévigné. —
  3: Smalto. —
  4: Azzeccaci: «indovinaci (cosa fa) questa, ec.». —
  5: Furba, maliziosa. —
  6: Affettazione di sono. —
  7: Parve.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CVIII. L’amiscizzia vecchia.  (30 gennaio 1837)
  1: È un Menelao di buona pasta, che parla in questo sonetto. —
  2: Coscienza. —
  3: Darne. —
  4: Una contrada di Roma. —
  5: Camicie. —
  6: Tieni, piglia questi danari, e vacci al teatro. —
  7: Eravamo. —
  8: Pappa (pane) e cacio: amici intrinseci. —
  9: Per levarmi. —
  10: Mandarmici.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CIX. Lo scatolaro.  (10 febbraio 1837)
  1: Scelto. —
  2: Ci ho. —
  3: Mi fa ridere. —
  4: Vada pure. —
  5: Dorma. —
  6: Son qua io, cioè per cambiarla se mai ec.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CX. Lo scatolaro.  (10 febbraio 1837)
  1: Di vendergli un lavoro, un oggetto. —
  2: Compra. —
  3: Non la ripiglio. —
  4: Una volta: allorchè, quando.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXI. Chi la fa, l’aspetta.  (22 febbraio 1837)
  1: Sapete. —
  2: Bucato. —
  3: Caldaia. —
  4: Per bollire, in significazione attiva. —
  5: La lisciva. —
  6: Ci ho: ho. —
  7: Vogliamo fare tutto insieme? —
  8: Fatemi andare. —
  9: Altrimenti. —
  10: Piglia di covo, cioè «acquista mal odore per lo stagnar soverchio nel liquido.» —
  11: Le sozzure la penetrano. —
  12: Modo proverbiale, che significa: A chi blandisce i maligni. —
  13: Proverbio.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXII. Le montaggne nun z’incontreno.  (22 febbraio 1837)
  1: Le montagne non s’incontrano: proverbio. —
  2: Mi fate mettere. —
  3: Magari. —
  4: Sono. —
  5: Siete. —
  6: Ritorcete su voi l’ingiuria. —
  7: Giuocate il sei: cioè «sei tu ciò che dici di me.» —
  8: Discortese. —
  9: Facciamo. —
  10: Proverbio.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXIII. Li dilettanti del lotto.  (25 febbraio 1837)
  1: Che estrazione! —
  2: Ci giurerei. —
  3: La promessa è la indicazione, che si fa sulla schedola della giuocata, della cifra della vincita [...]
  4: Ci affogo. —
  5: Mezzo paolo. —
  6: Proverbio. —
  7: I frati, massimamente i francescani mendicanti, hanno grande riputazione di maghi.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXIV. Li dilettanti del lotto.  (25 febbraio 1837)
  1: Per secondo estratto. —
  2: Cascasse il mondo. —
  3: Lo chiusero. Quando le poste raccolte sopra un numero, o un ambo, o un terno qualunque superano un[...]
  4: Lo rivogliono per l’estrazione di Roma. —
  5: Ti sbagli per sbagli. —
  6: Francesco. —
  7: Pure.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXV. Li dilettanti del lotto.  (25 febbraio 1837)
  1: Mi sono accecato talmente da ecc. —
  2: Sabato. —
  3: In ogni sabato e domenica di agosto si allaga artificialmente la Piazza navona. —
  4: Cucciato. —
  5: Azzeccaci, indovinaci. —
  6: Estratto. —
  7: L’avrebbe. —
  8: Pure.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXVI. Li gatti dell’appiggionante.  (27 febbraio 1837)
  1: Caterina. —
  2: Zuppiera. —
  3: Mi ti. —
  4: L’altro. —
  5: Mi. —
  6: Che io combatta, che mi affanni. —
  7: Cucina. —
  8: Il bambino. —
  9: Graffiato. —
  10: Abbaìno. —
  11: Si tenga.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXVII. Er marito pascioccone.  (2 marzo 1837)
  1: Uomo di pasta eccellente, trattabilissimo. —
  2: E voi mi domandate se mi vuol bene?! —
  3: Ci si. —
  4: Per farmi.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXVIII. Le piggionante sussurrone.  (4 marzo 1837)
  1: Saltare. —
  2: Affettato civilismo di discorso in modo di sarcasmo: Ji fa mmale ir rimore! Altrimenti avrebbe de[...]
  3: Danno dal verbo dare: cosa significano queste cagnare? —
  4: Femminino di mostro. —
  5: Ci aggarba. —
  6: Presidente di polizia del rione. —
  7: Proverbio.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXIX. Er cappellaro.  (4 marzo 1837)
  1: Sì signore. Il popolo l’usa sempre in femminino. —
  2: Francesco. —
  3: L’avesse.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXX. Er fijjo d’oro.  (11 marzo 1837)
  1: Se. —
  2: Bestemmia. —
  3: Breccia, per sassolino, pietruzza. —
  4: Se. —
  5: Giustissima regola del tre. —
  6: Ha da dar brighe.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXI. La correzzion de li fijji.  (11 marzo 1837)
  1: Tieni: piglia su. —
  2: Figlio, pronunziato in una sola sillaba. —
  3: Mi. —
  4: Lo afferro.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXII. Er pangilingua.  (28 maggio 1837)
  1: Altro. —
  2: Me ne andai. —
  3: Vedere. —
  4: Borbottano. —
  5: Di cotal modo si storpia. —
  6: Eresie. —
  7: Gli si possa. —
  8: Moras incolatus. —
  9: Dire.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXIII. L’amiscizzia der monno.  (6 giugno 1837)
  1: Si può avere. —
  2: Ch’egli si muore. —
  3: È ricco maggiormente che ecc. —
  4: Se mi venne a chiedere. —
  5: Trovare.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXIV. La perpetuella de la ggiuventù.  (19 giugno 1837)
  1: La perpetuità. —
  2: Sebbene si ricordasse. —
  3: Ella non vuole essere. —
  4: Stantìa. —
  5: Di tarda età, attempata. —
  6: Al teatro. —
  7: Entra. —
  8: Sono. —
  9: L’abbrivo. —
  10: Se. —
  11: Ghiribizzo, capriccio del caso. —
  12: Castagna secca. —
  13: Di mettere l’est-locanda. —
  14: Manda.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXV. La perpetuella de la ggiuventù.  (19 giugno 1837)
  1: Così è. —
  2: Identico. —
  3: Dai 25 anni in su sono ecc. —
  4: Esse credono. —
  5: Sono vestite. —
  6: Tengono. —
  7: La pelle. —
  8: Per fare. —
  9: Si. —
  10: Ciuco: piccolo. —
  11: Non ci ha: non ha. —
  12: Creature. —
  13: Alle quali sia. —
  14: A farsele.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXVI. La vite.  (28 ottobre 1837)
  1: Abbia. —
  2: Nemmeno se venisse. —
  3: In conferenza. —
  4: Boulzaler. —
  5: Autore. —
  6: Si scrive, da sè stesso. —
  7: Ciò accade continuamente a monsignor Carlo Emanuele Muzzarelli, uditore della Santa Rota, il qual[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXVII. La caramaggnola d’argentina.  (20 gennaio 1838)
  1: Il Conte di Carmagnola di Alessandro Manzoni, dato nel teatro di Torre Argentina da Luigi Domenic[...]
  2: Si può fare. —
  3: Farci. —
  4: Pure. —
  5: Il condottiere Nicolò Piccinino. E il figlio di Arlecchino chiamasi Nicolò piccinino, benché talvo[...]



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXVIII. La commedia der trocquato.  (5 maggio 1843)
  1: Torquato Tasso. —
  2: Sottintende: la bottega. —
  3: Ma guarda! Ma vedi! —
  4: «Pretendere di amorazzare con la regina!» Duchessa o regina, è tutt’una cosa pel romanesco. —
  5: Qui, tibbi vale punizione, condanna. Il Belli nota in altro. luogo: «Tuttociò che sommamente nuoc[...]
  6: Non gli garbò. —
  7: «Si dette un paio di pugni sulla fronte.» —
  8: Cetriuolo. —
  9: Uno dei cortigiani che nel dramma figura come nemico del Tasso. —
  10: Omiciattolo; perchè tale era forse l’attore che rappresentava il personaggio di Torquato. —
  11: Ci aveva: aveva.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXIX. Ce so’ bbaruffe.  (14 maggio 1843)
  1: Chi parla in questo sonetto è un narratore pettegolo e sconclusionato. —
  2: Dal momento che si sposarono. —
  3: Non si possono più vedere. —
  4: Puoi dire. —
  5: Vogliono. —
  6: È noto che tra gli uffici del Curato, c’è anche quello di farla da paciere nelle dissensioni domes[...]
  7: Facciano.



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    • SONETTI   SCELTI NELL’EDIZIONE ROMANA.
      • CXXX. Li fijji a pposticcio.  (14 maggio 1843)
  1: Quel che si discorre in questo sonetto, accade, pur troppo, in Roma e in altri luoghi. —
  2: È il miglior mestiere che si dia. —
  3: Non ci ho: non ho. —
  4: Pretendete. —
  5: Un grosso a testa al giorno: «cinque soldi per cadauno.» —
  6: Volgare esclamazione di maraviglia. —
  7: «Pivolare (annota il Belli in altro luogo) è quel continuo insistere chiedendo, che non dà altrui[...]
  8: Di busse. Cara questa mamma!



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    • SONETTI   IN LINGUA ITALIANA
      • I. Il cavaliere enciclopedico.
  1: Questo sonetto benché innocentissimo, non è compreso nell’edizione Salviucci; ma corre per le bocc[...]



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    • SONETTI   IN LINGUA ITALIANA
      • IV. Biglietto di gentil donna.  (5 luglio 1845)
  1: Gioco-liscio: il gioco delle bocce o palle di legno. —
  2: Argentina: teatro di Roma.



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    • SONETTI   IN LINGUA ITALIANA
      • V. Il saggio del Marchesino Eufemio.  (22 luglio 1843)
  1: Questo sonetto si ricorda comunemente col titolo: Il saggio del baroncino G….; ma nell’edizione r[...]



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