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Giuseppe Gioachino Belli
Duecento sonetti in dialetto romanesco

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XXIII.

Er congresso tosto.1

(2 ottobre 1835)

Tutti quanti a Ppalazzo lo vederno.2
Un gran ministro d’una gran Potenza3
Venne a Rroma a pparlà ccossuEminenza
Er Zegretar-de-Stato de l’isterno.

 

Er Cardinale preparò un quinterno
De carta bbianca, eppoi je diede udienza;
E cce tenne una gran circonferenza4
Sopra a ttutti l’affari der governo.

 

Tra llôro se5 trattò dder piú e der meno;
E scannajjòrno6 l’ummido e l’asciutto,
Er callo e ’r freddo, er nuvolo e ’r zereno.

 

Arfine er Cardinale uprí la porta,
Discenno:7Evviva, è combinato tutto:
Ne parleremo mejjo un’antra vôrta.8

 

 

 

 




1 Il congresso importante. —

2 Lo videro. —

3 Il conte di Rigny, Ministro della marina di Francia. —

4 Conferenza. —

5 Si. —

6 Scandagliarono. —

7 Dicendo. —

8 Un’altra volta.




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