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Giuseppe Gioachino Belli
Duecento sonetti in dialetto romanesco

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XXXVII.

La prima bbinidizzione papale.

Dicheno1 che ’na vôrta2 un papa novo,
E cche dder monno nun capiva ggnente,
Quanno de su la loggia3 come un ovo
Vedde la piazza piena a llui presente;

 

Disce che sse vôrtasse ar maggiordovo,4
Strillanno: — PeDdio-padre-onnipotente!
Che ssubbisso de popolo cqui ttrovo!
E ccome fa a mmagnà tutta sta ggente? —

 

Un cardinale che jje stava accanto,
Je disse corrispetto e ddevozzione:
— Uno buggera l’antro, Padre santo. —

 

Allora lui, coppochi sârti e bbrutti,5
Disse, danno la su’ bbinidizzione:
— E nnoi, ccusì, lli bbuggiaramo tutti! —

 

 

 

 




1 Dicono. —

2 Una volta. —

3 La loggia del Vaticano, sulla piazza di San Pietro. —

4 Maggiordomo. —

5 Con pochi salti e brutti, cioè alla spiccia, alla lesta. Credo che questo verso non sia del Belli; ma per quante ricerche abbia fatte, non m’è riuscito di trovare una lezione migliore.




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