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Giuseppe Gioachino Belli
Duecento sonetti in dialetto romanesco

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LII.

Er giudizzio univerzale.

Quattro Angeloni co’ le tromme1 in bocca
Se metteranno oggnuno peccantone
A ssonà;2 poi cottanto de voscione3
Cuminceranno a ddì’:4 Ffôra a cchi ttocca!5

 

Allora vierrà ssuna filastrocca
De schertri6 da la terra a ppecorone,7
Perripijjà8 ffigura de perzone,
Come ppurcini9 attorno de la bbiocca.10

 

E ssta bbiocca sarà Ddio bbenedetto,
Che ne farà dduparte, bianca, e nnera:
Una pannà in cantina, una sur tetto.11

 

All’urtimo vierràna sonajjera12
D’angeli, e ccome si ssannasse a lletto,
Smorzeranno li lumi, e bbôna sera.

 

 

 

 

 




1 Trombe. —

2 Sonare. —

3 Con tanto di vocione, come se lo volesse misurare. —

4 Dire. —

5 Fuori a chi tocca, è frase dell’uso, specialmente nel giuoco delle bocce, per invitare a turno i giocatori. —

6 Scheletri. —

7 A ppecorone, colle mani e copiedi; carponi. Il traslato è tolto dal camminar delle pecore. —

8 Ripigliare. —

9 Pulcini. —

10 Chioccia. —

11 Cioè: una per l’inferno, l’altra pel paradiso. —

12 Sonagliera, che qui sta per moltitudine.




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