- SONETTI CONSERVATI DALLA TRADIZIONE POPOLARE
- LX. ’Na bbóna educazzione.
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LX.
’Na bbóna
educazzione.
—
Fijjo, nu’ rribbartà1
mmai tata tua;
Abbada a tte, nun te fa’ mmétte sotto;2
Si cquarchiduno te viè a ddà’3 un cazzotto,
Lì, callo callo,4 tu ddàjene dua.
E si ppoi quàrche porcaccio da ua5
Te sce facesse un po’ de predicotto,
Dijje:6— De ste
raggione7 io me ne fótto:8
Oggnuno abbadi a li fattacci sua. —
Si ggiuchi un mezzo a mmorra, oppuro a
bboccia,
Bevi, fijjo; e a sta ggente bbuggiarona
Nun je ne fa’ restà9 mmanco una goccia.
D’êsse’ cristiano è ppuro10
cosa bbôna;
Pe’ cquesto hai da portà ssempre in zaccoccia
L’aggnusdêo,11 er cortello e la corona.
1 Non ribaltare mai
tuo padre: cioè, «non sottrarti mai alla sua autorità.» La metafora è tolta dal
buttar giù che fa un cavallo il cavaliere, lo che dicesi comunemente, come
dell’andar sossopra de’ cocchi, ribaltare, in senso attivo: per esempio il
cavallo lo ha ribaltato. Potrebbe anche significare: «Non
degenerar dal padre tuo; fa sempre quello che ho fatto io.» cioè quello che è
detto ne’ versi seguenti. —
2 Non ti far metter sotto: non ti far
soverchiare. —
3 Ti viene a dare. —
4 Caldo caldo: lì per
lì, a sangue caldo. —
5 Uva. Porcaccio da ua é una
frase appellativa di spregio molto usata, ma della quale, come di tante altre,
sarebbe forse impossibile rintracciare l’origine, che pur ci dev’essere. —
6 Digli. —
7 Di queste ragioni. —
8 Io me ne
impipo, me ne sgrullo. —
9 Non gliene far restare. —
10
Pure, anche. —
11 Agnus Dei.
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