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Giuseppe Gioachino Belli
Duecento sonetti in dialetto romanesco

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XXI.

Er presepio de la Rescèli.1

 (12 gennaio 1832)

Er boccetto2 in perucca e mmanichetti
È Ssan Giuseppe spóso3 de Maria.
Lei è cquella vestita de morletti4
E de bbroccato d’oro de Turchia.

 

Vedi un regazzo pieno de fiocchetti
Tempestati de ggioje? èccher Messia.
Viva! viva sti frati bbenedetti,
Che nun ce fanno védeguittaria!5

 

Cuello a mezz’aria è llangelo custode
De Ggesucristo; e cquelli dua viscino,6
La donna è la Sibbilla e llomo Erode.

 

Lui disce a llei: dovèllo sto bbambino
Che le gabbelle mie se ariscòde?7
Lei risponne: hai da fa’ mórto8 cammino.

 

 

 

 

 




1 Il presepio de’ frati Francescani dell’Ara-Cœli sul Campidoglio (dov’era il tempio di Giove Capitolino) è costruito ogni anno veramente secondo la descrizione che qui se ne . —

2 Vecchietto. —

3 Coll’o stretta come in ascoso. —

4 Merletti. —

5 Miseria. —

6 I due seguenti personaggi a ragionamento fra loro si trovano quasi a contatto col gruppo del mistero. —

7 Riscuotere per esigere. —

8 Colla o stretta: molto.




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