Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText
Giuseppe Gioachino Belli
Duecento sonetti in dialetto romanesco

IntraText CT - Lettura del testo

Precedente - Successivo

Clicca qui per nascondere i link alle concordanze

CXIII.

Li dilettanti del lotto.

 (25 febbraio 1837)

Ma cchasstrazzione!1 arràbbieli! saette!
Guasi sce ggiurerìa2 che sto scontento
O li nummeri mii nun mmette drento,
O cche li sa scanzà ssi cce li mette.

 

Giuco da un anno dua, tre e ottantasette,
Co’ la promessa amb’uno e terno scento:3
Ciaffogo4 sempre er mi’ lustrin5 d’argento;
E cquanno semo llì nnun vinco un ette.

 

Quattro nummeri drent’a la ventina!
Eppoi nun dite soccose accordate!
Dar capo viè la tiggna,6 Caterina.

 

Ècchele cqua: ccinquantaduggiucate
Senza un nummero. Eppuro la cartina
Cor terno scritto me la diede un frate!7

 

 

 

 

 




1 Che estrazione! —

2 Ci giurerei. —

3 La promessa è la indicazione, che si fa sulla schedola della giuocata, della cifra della vincita corrispondente al valore della posta. Ambo uno, promette uno scudo: terno cento, promette cento scudi: ma v’è poi l’augumento del 20 per cento agli ambi e dell’80 ai terni. —

4 Ci affogo. —

5 Mezzo paolo. —

6 Proverbio. —

7 I frati, massimamente i francescani mendicanti, hanno grande riputazione di maghi.




Precedente - Successivo

Indice | Parole: Alfabetica - Frequenza - Rovesciate - Lunghezza - Statistiche | Aiuto | Biblioteca IntraText

IntraText® (V89) Copyright 1996-2007 EuloTech SRL