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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1301. La lottaría nova

 

Ma ccazzo! a un prete che nnun va a ccavallo
dàjje1 pe ppremio un paro de speroni
è ccome a un maressciallo de dragoni
schiaffajje2 addosso un pivialone ggiallo.

 

Fussino3 state fibbie da carzoni,
un braghiere, un messale, bbuggiarallo!4
ma dd’un par de speron da maressciallo
che sse ne fa? un impiastro a li cojjoni?

 

Passanno5 adesso a un zimile scannajjo
tra er zascerdote e cquer ziconno6 premio,
trovo ch’ er culo-finto è un antro7 sbajjo.

 

Perché un prete che vvojji èsse8 sincero,
ve dirà: «Dda ste cose io nun stemio;9
ma mmetteteme avanti un culo vero».

 

16 giugno 1834

 




1 Dargli.

2 Schiaffargli. Schiaffàre: mettere con forza.

3 Fossero.

4 Alla buon’ora.

5 Passando.

6 Secondo.

7 Altro.

8 Voglia essere.

9 Astemio.

 

 






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