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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1373. Sentite, e mmosca1

 

Istoria de Don Màvero.2 Lui era
fijjo d’un artebbianca3 pirolese4
che gguadaggnava trenta ggiorni ar mese
cor buzzico,5 lo schifo6 e la stadera.

 

Vedenno dunque che in ner zupaese
è un cojjone capato7 chi cce spera,
pe ffà ssorte pijjò la strada vera,
e ssaggnéde8 a vvistí Ccamannolese.9

 

Da frate poi fu eletto Ggenerale,
e slargò er dindarolo,10 e ssímir11 cosa
arifesce12 creato Cardinale.

 

Finarmente è ssalito ar terzo scelo.13
cch’è Bbeatitudine sce14 tosa,
e er zubbarbiere sce er contrapelo.

 

6 dicembre 1834

 




1 Zitto.

2 Don Mauro Cappellari, oggi Gregorio xvi felicemente regnante.

3 Venditore di paste, risi, olio, canape, candele di sevo, pignatte, scope, ecc, ecc.

4 Tirolese.

5 Vaso da olio, con becco, fatto di latta.

6 Arnese di legno da mondar minestre, e da altri usi domestici.

7 Distinto.

8 Andò.

9 Camaldolese.

10 Salvadanaro.

11 Simil.

12 Rifece.

13 Cielo.

14 Ci.

 

 






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