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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1423. La tariffa nova

 

Quelli che cciànno,1 co sto novo editto2
doppie, luviggi, pezzette, zecchini,
napujjoni e ggijjati, poverini!
pònno ppuro3 d’avé ffatto er fritto.4

 

Nun zera inteso mai c’avé cquadrini
a sto monno che cqua5 ffussi delitto;
e cquesto è er primo banno6 che vva dritto
contro a li grossi e nnò a li piccinini.

 

Co sta bbuggera nova de tariffa,
chi spaccia d’èsse7 ricco com’e jjeri
disce una farzità, spara una miffa.8

 

Figurete Turlonia,9 co ste ladre
combriccole futtute de bbanchieri,
l’accidenti che mmanna10 ar Zanto Padre.

 

11 gennaio 1835

 




1 Ci hanno: hanno.

2 Al giungere di questo nuovo editto: pubblicato il 10 gennaio 1835.

3 Possono dir pure.

4 Di essere rovinati.

5 A questo mondo qua.

6 Bando.

7 Essere.

8 Menzogna.

9 Don Alessandro Torlonia, soprannominato il Salvatorello di Roma in grazia delle usure fatte al Governo nelle urgente del 1831: di che vedi il sonetto...

10 Manda.

 

 






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