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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1454. La Rufinella

 

L’avocato marchese mi’ padrone
disce che a ggiorni stampà in un puscolo1


che all’ombra de le scerque2 de l’Attuscolo3
sce spasseggeno4 Marco e Cciscerone.

 

Se5 un spropositone ppiú mmaiuscolo
compaggn’a sto su’ gran spropositone?
Volemo 6 er calor de la staggione
che jj’abbi fatto de vorta ar muscolo?7

 

Io stato co llui pe ppiú d’un mese
fisso a la Rufinella, e, amico caro,
ortr’a ppochi villani e quarchingrese,

 

ecco quelli che cciò8 ssempre incontrati:
l’arciprete e la serva, e cquer zomaro
der maestro de scòla de Frascati.

 

22 gennaio 1835

 




1 Opuscolo.

2 Quercie.

3 Tuscolo.

4 Ci passeggiano.

5 Si.

6 Vogliamo dire.

7 Un servitore, da noi conosciuto, per dire il cerebro, diceva sul serio il muscolo celebre; e ciò per la bella ragione della muscola del naso.

8 Ci ho.

 

 






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