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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1507. Er galateo cristiano

 

Incontrai jermatina a Vvia Leccosa1


un Cardinale drento a un carrozzino,
che, ssi2 nun fussi stato l’ombrellino,
lo pijjavi per leggno d’una sposa.3

 

Ar vedemmelo llí, ppe ffà una cosa,
je vorzi4 dunque dedicà un inchino,
e mmessame la mano ar berettino
piegai er collo e ccaricai la dosa.

 

E acciò la conveggnenza nun ze sperda
in smorfie, ciaggiontai5 ccusí a la lesta:
«Je piasce, Eminentissimo, la mmerda?».

 

Appena Su’ Eminenza se fu accorta
der comprimento mio, cacciò la testa
e mme fesce de ppiú dd’una vorta.

 

5 aprile 1835

 




1 Strada di Roma, presso il porto di Ripetta nel Campo Marzio, dove pare che il Tevere anticamente formasse gli stagni di Terento. (Vedi Ovidio, Fast. lib. i).

2 Se.

3 Spósa, coll’o stretto.

4 Gli volli.

5 Ci aggiunsi.

 

 






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