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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1547. Er masso de pietra

 

In ner vede1 quer zasso bbuggiarone2
avanti a la Madonna de l’Archetto,
che lo porteno a un studio d’archidetto3
pe ffà er deposito a Ppapa Leone,4

 

un villano che stava sur cantone
a ccavallo a un zomaro, «Eppuro», ha ddetto,
«sce5 scommetto sta bbestia, sce scommetto,
si nun vale ppiú llui che sto pietrone».

 

«, amico», j’ha arisposto un omo grasso:
«pòi6 scommette er zomaro quanto vòi,7
ma pper adesso : vvale ppiú er zasso.

 

Lassa8 che sse9 lavori, fratèr caro,
e, a statua finita, allora poi
valerà d’avantaggio er tu’ somaro».10

 

9 maggio 1835

 




1 Nel vedere.

2 Enorme: marmo di Carrara.

3 Allo studio della scultore cavalier Fabbris.

4 Leone xii.

5 Ci.

6 Puoi.

7 Vuoi.

8 Lascia.

9 Si.

10 Il monumento, lavorato dallo scultore Fabbris a spese di Gregorio xvi, fu poi scoperto nel Vaticano in Natale 1836, e si disse non ismentire il presagio dell’uomo grasso.

 

 






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