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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1554. Un antro viaggio der Papa

 

Ggià, un antro viaggio.1 Er Zanto Padre adesso
avenno inteso a ddí ccher Nazzareno
entrò a Ggerusalemme co ggran treno,
annà a Ccivitavecchia e ffà ll’istesso.2

 

Sto viaggio poi che ppò ccostà a un dipresso?
Psè, un ventimila scudi e fforze2a meno,
senza però la caristia der fieno
pe ttante bbestie che sse porta appresso.3

 

E ssentirete l’archi trionfali
in onor der trionfo de la guerra
contro stire de ddio de libberali!4

 

E vvederete er Gesucristo-in-terra
si cquanti ladri e mmarfattori uguali
condannerà a ppartí dda la galerra!5

 

20 maggio 1835

 




1 Tornato appena dal viaggio di Fiumicino (vedi il Son...), Sua Santità ripartí per quello che qui si celebra. Ciò accadde il 20 maggio, e il ritorno il 25.

2 La sola differenza fra i due treni di Cristo e di Gregorio sta in ciò, che il Redentore cavalcò un asino, e il suo Vicario invece fu tirato da sei cavalli, cambiati in molti asini bipedi un bel tratto prima della città.

2a Forse.

3 S’intende delle bestie della molta corte, da cui Sua Beatitudine si fece seguire.

4 Gli archi ci furono, e carichi di epitaffi veracissimi. Si dispensarono anche epigrafi a stampa, di Benedetto Blasi.

5 Purtroppo varii ladroni subirono questo gastigo d’esser cacciati di carcere.

 

 






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