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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1555. Un antro viaggio der Papa

 

Curre la nova pe ppiazza Navona
ch’er Papa, pe vviaggià cco ppiú ddecoro
ner rifresco che ffesce a Ppalidoro1


se pijjòna santissima cacona.2

 

E a la faccia de mezzo concistoro
rivommitanno pe un’oretta bbona
s’impiastrò ttutta la Sagra perzona
fino a le scarpe co la crosce d’oro.

 

E la Corte, sbruffata da li schizzi
vienuti da lo stommico sovrano
li pijjò ccome ttanti bbenefizzi.

 

Chi ssa? Nner galateo der cortiggiano
er male e ’r bene, le vertú e li vizzi
nun zaranno spiegati in itajjano.

 

25 maggio 1835

 




1 Predio assai esteso, di proprietà dell’archiospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma, circa a mezza via tra questa città e Civitavecchia.

2 Imbriacatura. Anche il Buffone Santissimo (Mons. Soglia, Segretaria de’ Vescovi e Regolari) si ubbriacò sino agli occhi. Questi e il Papa si abbracciarono in un impeto di entusiasmo divino, e così stretti l’uno fra le braccia dell’altro andavano ruttando, recendo, e gridando «Monsignor Soglia mio, che bella giornata!», «Santo Padre mio, che consolazione!». La corte intanto gli osservava con divoto raccoglimento.

 

 






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