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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1593. Li ggiochi de la furtuna

 

A cquer zor tale, quanno magro e affritto1


fasceva er torcimano a un rigattiere,
la miseria, le trappole, er mestiere,
e ttutto quer che vvòi, jera dilitto.

 

Oggi perantro2 che nun è ppiú gguitto
e ha ccrompato3 un croscion da cavajjere,
te l’incenzeno in tutte le maggnere4
e in casa, e ffor de casa, e a vvosce e in scritto.

 

Oggi è bbello, oggi è bbono, oggi ha ttalento,
oggi fa bbene, e nun ze5 sbajja mai,
oggi si6 arrubba7 tre mmerita scento.8

 

Malappena9 sei ricco, in duparole,10
bbasta un cerino a mmostrà cchiaro c’hai
vertú cche pprima nun scopriva er zole.11

 

25 agosto 1835

 




1 Afflitto.

2 Peraltro.

3 Comperato.

4 Maniere.

5 Non si.

6 Se.

7 Ruba.

8 Cento.

9 Appena.

10 Per ristringere il molto in poche parole.

11 Il sole.

 

 






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