- Vol. 2°
- 1607. Er dilettante de Ponte
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1607. Er dilettante de Ponte1
Viengheno:
attenti: la funzione è llesta.2
Ecco cor collo iggnudo e ttrittichente
er prim’omo dell’opera, er pazziente,
l’asso a ccoppe, er ziggnore de la festa.
E
ecco er professore che sse3 presta
a sserví da scirúsico a la ggente
pe ttré cquadrini,4 e a tutti ggentirmente
je cura er male der dolor de testa.
Ma
nnò a mman manca, nò: ll’antro a mman dritta.
Quello ar ziconno posto è ll’ajjutante.
La proscedenza aspetta a Mmastro Titta.5
Volete
inzeggnà6 a mmé cchi ffà la capa?7
Io cqua nun manco mai: sò ffreguentante;
e er boia lo conosco com’er Papa.
29 agosto 1835
1 Per ponte,
detto così assolutamente, intendesi il ponte S. Angiolo. La piazza sulla
quale esso si apre è uno dei luoghi ove si eseguisce la giustizia contro i
malfattori.
2 È vicina.
3 Si.
4 Molto ben
pagato è il carnefice, ed in qualunque servizio del suo mestiere gode di varii
e bei profitti. Si vuole però che l’atto della uccisione del paziente siagli
pagato tre quattrini, cioè 3 centesimi della lira romana (il papetto), a
dimostrare la viltà dell’opera.
5 Ogni carnefice è dai
romani chiamato Mastro Titta.
6 Insegnare.
7 Capo,
detto qui capa alla napolitana.
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