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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1706. L’oppiggnone diverze1

 

Quante disputeríe! Senti che gghetto2
per un gnente!3 Me pare la questione
de fra Ccucuzza e ’r vecchio Simeone.
Er fatto eccolo qui ssémprisce e schietto.

 

Jerar giorno, Taddeo, Pio e Leone,
tutt’e ttre sse n’annàveno a bbraccetto,
quannècchete4 una tevola da un tetto
che ttacchiappa5 Taddeo sur coccialone.6

 

Leone sartò indietro e ddisse a Ppio:
«Attaccàmosce7 er voto tutt’e ddua,
ch’è stato un gran miracolo de Ddio».

 

Taddeo, allora, che ffasceva un sguazzo8
de sangue, repricò ppe pparte sua:
«, è stato un ber9 miracolo der cazzo».

 

9 ottobre 1835

 




1 Le opinioni diverse.

2 Che chiasso.

3 Per un niente.

4 Quando eccoti.

5 Colpisce.

6 Sul capo.

7 Attacchiamoci.

8 Che faceva un guazzo.

9 Bel.

 

 






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