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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1785. L’assarti1

 

Si2 cqua ddura accusí, ssò3 affari seri,
nun ze annà ggiranno4 ppiú de notte;
percortre5 a lo spojjà mmeneno bbòtte
e sbudelleno spess’e vvolentieri.

 

Ma cche cce stann’a ffà6 ttante marmotte
de scentomila e ppiú ccherubbiggneri?7
Aspetteno li ladri a li quartieri,
come fussino fichi8 o pperacotte?

 

L’obbrigo lòro è bbatte9 lo stradale
cercannaddosso a ttutti e in oggni sito,
e cchi ha llarma, portallo ar tribbunale.

 

E nnun badà cchi è sporco e cchi è pulito,
ché, pper esempio, pur un cardinale
poterebbèsse10 un ladro travistito.

 

6 febbraio 1836

 




1 Gli assalti.

2 Se.

3 Sono.

4 Non si può andar girando.

5 Perché oltre.

6 Ma che ci stanno a fare.

7 Carabinieri: guardie di polizia.

8 Fossero.

9 Battere.

10 Potrebb’essere.

 

 






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