- Vol. 2°
- 1795. L’editto su le feste
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1795. L’editto su le feste1
1°
Hai
’nteso che ccarezze hanno intimato
a cchi opre bbottega in ne le feste?
Caristie, guerre, terremoti, peste,
e antre2 a ggenio suo der Vicariato.
O
cchiese o spezziarie: fora de queste
drento Roma ha da stà ttutto serrato.
Guai chi sse move!3 guai chi ppijja fiato!
guai chi pporta un zomaro co le sceste!4
E
nnò mmuli, e nnò bbovi, e nnò mmajali...
Inzomma a ’ggni paràfrico5 sc’è scritto
quarche ccosa de bbestie o dd’animali.
Vedi
un po’ ssi6 de bbestie è nnescessario
de parlanne7 sei vorte8 in un editto,
e ssette co la firma der Vicario!
21 febbraio 1836
1 Editto
sull’osservanza delle feste, pubblicato dal cardinale D. Carlo de
principi Odescalchi (Vicario di Gregorio xvi)
il 18 febbraio 1836, e ritirato il dí 20, secondo il consueto stile del
Goventuo pontificio. Questo editto, farà epoca per la sua singolarità, e
resterà famoso non meno che l’altro celebre emanato nel 1831 dal cardinale Tommaso
Bernetti, Segretario di Stato dello stesso Pontefice, contro i ribelli, e come
il celeberrimo del cardinale Antonio Pallotta, Legato a latere di Leone xii, per la estirpazione de’ malviventi
nella provincia di Marittima e Campagna. Anzi, circa la faccenda de’ flagelli,
ora meritati ora immeritati da questa Santa Città, è bene di confrontare le
parole del nostro odierno editto sulle feste e di quella dell’anno 1835 sul
cholera.
2 Ed altre.
3 Chi si
muove.
4 Un somaro colle ceste.
5 Ad
ogni paragrafo.
6 Or vedi se.
7 Di
parlarne.
8 Sei volte.
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