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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1822. Er zettàrio condannato

 

, è mmale de somaro e ccavalletto!
Lui era scritto a una settaccia occurta1


e ppe cquesto er Governo nu l’inzurta,
je fa una grazzia a ffuscilallo in petto.

 

Sarvallo?! e ccome? Io, Momo,2 te l’ho ddetto:
si3 aveva modo de pagà una murta,
via, tanto e ttanto la Sagra Conzurta
l’averebbe trovato er vicoletto.4

 

Ma un omo senza un zanto che l’ajjuti,
un disperato che nun cià5 un quadrino
lo condanneno tutti li statuti.

 

Poi, se fuscila6 in de la schina,7 Momo?
Fuscilannolo in petto, anche assassino
ddí8 cche vva a mmorí da galantomo.

 

26 marzo 1836

 




1 Occulta.

2 Girolamo.

3 Se.

4 Il mezzo-termine.

5 Ci ha: ha.

6 Si fucila.

7 Nella schiena.

8 Può dire.

 

 






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