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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1873. Er ritratto der Papa

 

Lo so da Tanislao, che cco la cosa1


c’ha a Ppalazzo un fratello scopatore,
è ar caso de conossce2 sora sposa,3
tutti li peti4 de Nostro Siggnore.

 

Lui sce farà un tantino de scimosa,5
se sbajjerà6 ssur nome der pittore;
ma in fonno er fatto è vvero, sora Rosa,
com’è vvero che vvoi fate l’amore.

 

M’ha ariccontato dunque Tanislao
ch’er Papa s’è vvorzuto7 er ritratto
pe ddon Carlo e mmannajjelo a Bbirbao.8

 

Ma ssiccome è rriusscito un brutto quadro,
ner mentre s’incassava er Papa ha ffatto:9
«Propio me ne vergogno com’un ladro».

 

3 gennaio 1837

 




1 Pel motivo.

2 Di conoscere.

3 Signora sposa. Spósa pronuncialo colla o chiusa.

4 Tutti i minuti particolari.

5 Ci farà un pocolino di giunta. Cimosa è il vivagno dei tessuti.

6 Si sbaglierà, semplicemente: «sbaglierà».

7 Si è voluto fare.

8 Mandarglielo a Bilbao.

9 Ha detto.

 

 






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