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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1904. Li gatti dell’appiggionante

 

Ma ddavero davero, eh sora Nina,1


nun volemo finìlla co sti gatti?
Jerzera me sfassciorno quattro piatti:
oggi m’hanno scocciato una terrina.2

 

Uno me te3 addosso a la gallina:
l’antro4 me5 sporca li letti arifatti...
E oggnisempre bbisoggna che commatti6
a ccaccialli a scopate da cuscina.7

 

Ecco, er pupo8 oggi ha er gruggno sgraffiggnato.9
E pperché ho da soffrí ttutti sti guasti?
Per vostro luscernario10 spalancato?

 

Quanno le cose ddette una, dua,
tre e cquattro vorte, me pare c’abbasti.
Lei se tienghi11 li gatti a ccasa sua.

 

27 febbraio 1837

 




1 Caterina.

2 Zuppiera.

3 Mi ti.

4 L’altro.

5 Mi.

6 Che io combatta: che mi affanni.

7 Cucina.

8 Il bambino.

9 Graffiato.

10 Abbaino.

11 Si tenga.

 

 






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