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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1947. Una cosa chiama l’antra1

 

Da cqui avanti oggni vorta che ssentite
ch’essce er Papa e sse2 sona le campane,
uprite bbocca e ddite puro,3 dite:
«In sto momento se dispenza er pane».4

 

E cquanno sentirete che sto cane
de Governo spaggnotta,5 ariuprite
la bbocca e ddite che nun 6 llontane
le trottate der Papa e le su’ ggite.

 

Er Papa ha d’annà a spasso e a le funzione;
nun c’è ddunque antro7 mezzo pe llevasse8
er popolo datorno, e vva bbenone.

 

E cche ffa ssi sse vòteno9 le casse?
Si10 Ddio serra una porta opre un portone.11 A ttutto s’arimedia co le tasse.

 

31 maggio 1837

 




1 Altra.

2 Si.

3 Pure.

4 Entrato il Papa in gran costernazione pel sospetto di qualche moto popolate, faceva dar pane gratis quando usciva, e sempre in luoghi i più distanti da quelli dov’egli soleva recarsi. Vedi il Sonetto intitolato L’abbonnanza pe forza, e l’altro ivi citato alla nota 2.

5 Spaccia pane.

6 Non sono.

7 Altro.

8 Per levarsi.

9 E che rileva se si vuotano, ecc.

10 Se.

11 Proverbio.

 

 






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