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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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1955. Le rassomijjanze

 

Er Conte è arto e ’r mi’ padrone è bbasso:
lui1 ha er capello griscio2 e ’r Conte bbionno:
uno tiè er viso ovato3 e llantro4 tonno:
l’amico è smirzo5 e ’r zor Marchese è ggrasso:

 

er primo arriva un daïno, e ’r ziconno
pijja fiato e sse6 sventola a ’ggni passo:
uno se chiama Ggiorgio, uno Tomasso:
quello pare er nipote e cquesto er nonno:...

 

eppuro7 tutt’e ddua, sora Francesca,
s’hanno d’assomijjà ccom’e ggemmelli,
come propio dugocce d’acqua fresca;

 

pe vvia8 che la padrona, ch’è una quajja
arisonata,9 ar praticà cco cquelli
li pijja uno pellantro e cce se10 sbajja.

 

11 giugno 1837

 




1 Lui assolutamente significa: «il padrone».

2 Grigio.

3 Ovale.

4 Altro.

5 Smilzo.

6 Si.

7 Eppure.

8 Per motivo.

9 Scaltra, maliziosa.

10 Ci si.

 

 






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