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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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74. Facche e tterefacche1

 

Quella bbocca a ssciarpella,2 che a vvedello3
pare un spacco per dio de callarosta,4
oppuramente5 er buscio6 de la posta,
o er culetto de quarche bberzitello;7

 

e nun ha avuto mo la faccia tosta8
de chiamamme9 carnaccia de mascello?
Ma io nun dubbità cche llí bberbello10
j’ho detto er fatto mio bbotta-e-rrisposta.

 

Quanno ha ssentito er nome de le feste,11 lui è rrimasto un pizzico de sale:12
ché lo sa cchi è sto fusto,13 si ho le creste.14

 

Oh vvedi un po’! nnun ce sarebbe male!
Ma ffacche vvienghi15 a scaricà le sceste,16
te lo fo ttommolà17 ggiú ppe le scale.

 

Terni, 4 ottobre 1830 - De Pepper tosto

 

 




1 Fac et refac: La compensazione.

2 Bocca torta.

3 Vederlo.

4 Caldarrosto.

5 Oppure.

6 Il buco.

7 Ragazzo.

8 La sfrontatezza.

9 Di chiamarmi.

10 Belbello.

11 Dare altrui il nome delle feste: ingiuriarlo.

12 È rimasto avvilito.

13 Chi sono io.

14 Se sono irritata.

15 Venga.

16 Scaricar le ceste: qui per…

17 Tombolare.

 

 






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