- Vol. 1°
- 194. Er viaggio de Loreto
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194. Er viaggio de Loreto
Ito che ffui co
tté a la Nunziatella,1
agnéde2
a vvisità la Santacasa,
pe strufinà ne la sagra scudella(2)
sta coroncina d’ossi de scerasa.
De
fědě è cche per aria sii rimasa,3
ma ggnisuno c’è degno de vedella;
e un anno ’na Reggina ficcanasa4
ce perze l’occhi. Si cche ccosa bbella!
Bè,
llí a Maria Santissima, in ner mentre
disse: E cciancilla Dommine, er Ziggnore
je mannò ne la panza fruttusventre.
Eh?
cche ttibbi5 de casa in cuella Cchiesa!
Oh vvà che sse trovassi un muratore,
da fanne un’antra pe cquant’oro pesa!
Terni, 9 ottobre 1831 - D’er medemo
1
Chiesa suburbana, dove in dato tempo dell’anno corre il popolo divoto a
gozzovigliare.
2 Nella Santa Casa di Loreto si conserva e
mostra la vera scodella in cui mangiava il pancotto N.S.G. Su di essa i pii
pellegrini fregano le loro corone le quali ipso facto rimangono
benedette e operatrici di portenti anche meteorologici.
3 Pretendevasi,
ma in oggi que’ buon preti van più a rilento nel sostenerlo, che quella sagra
Casa fosse sospesa in aria come la cassa di Maometto, e che in prova di ciò
poteva passarlesi per di sotto un nastro. Una dama però che accettò
l’esperimento, rimase cieca miracolosamente, prima della consumazione
dell’atto. Bel testimonio è venuto a mancare! È da leggersi un’opera di un
Vescovo Lauretano sulla nostralità de’ materiali betlemici onde è
costrutta quella casa volante.
4 Curiosa.
5
Che tocco! Che specie solenne.
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