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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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334. Pascua Bbefania1

 

Da quer paese indov’hanno er vantaggio
de frabbicà er cacavo2 e la cannella,
fescero sti tre Rré tutto sto viaggio
appressar guidarello3 de la stella.

 

Se portava pe Ccorte ogni Remmaggio4
cuattro somari, tre ccavar5 da sella,
duguardie-nobbile, un buffone, un paggio,
un cameo,6 ducariaggi e una bbarella.7

 

Arrivati a la stalla piano piano
er vvecchio, er ggiovene e ’r mmoro,
avevenoro, incenz’e mmirra immano.8

 

L’incenzo ar Dio, la mirra all’omo, e lloro
toccava a Ccristo com’e soprano,9
ché li ggià sse sa, ttutto pe lloro!10

 

14 gennaio 1832 - Der medemo

 

 




1 Pasqua Epifania.

2 Cacao.

3 Pecora conduttrice delle altre.

4 Re Mago. I Romaneschi dicono remmaggi e per analogia remmaggio.

5 Cavalli.

6 Cammello.

7 Palanchino. La barella è in Roma una bara coperta da trasportare infermi.

8 In mano.

9 Sovrano.

10 Colla o larga.

 

 






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