- Vol. 1°
- 361. L’ommini der Monno novo
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361. L’ommini der Monno novo
Questo
dallo a d’intenne ar Padre Patta1
quello
che disce: Vienite davanti.
Lo so dda me cche cce sò ttanti e ttanti
che nun vonno ignottì la pappa fatta.2
Ma
st’anime de miccio,3 sti fumanti,
sti frammasoni, sta ggentaccia matta,
li spadini li tiengheno de latta:
sò bboni a cciarle, ma nnò a ffasse avanti.
La
bballa4 de sti poveri Cardèi5
vò scopà li soprani6 e ffalli fori
pe ddí pôi scirpa7 e ffà le carte lei.
Ma
ppôi puro risponne a sti dottori
che Iddio l’ommini, for de cinqu’o ssei,
tutti l’antri l’ha ffatti servitori.
19 gennaio 1832 - Der medemo
1
È in Roma rinomanza di un padre Patta confessore, che non potendo credere a una
certa continenza protestatagli da un suo penitente, gli dicesse: «Figlio,
venite davanti» e portatosi questi innanzi al confessionale, a lui soggiunse:
«Datela ad intendere a questi coglioni».
2 Le cose da
altri ordinate.
3 Gente di perduta vita.
4 Congrega.
5 Caldei, per «imbecilli».
6 Sovrani.
7 Parola che pronunziata dal volgo nell’impadronirsi
manescamente di alcuna cosa, la rende secondo essi irrepetibile.
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