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- 384. Per un punto er terno
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384. Per un punto er terno
Sò
stato un matto immezzo der ciarvello!
Meriterebbe un carcio ar perzichino.
Pe ffà er terno cor dua der girarello,1
nun
ho scartato er tre dder cappuccino?!2
Cuanno
c’ho vvisto chiude er butteghino3
e attaccà l’astrazzione a lo sportello,
ho bbuttato pe tterra er barettino
drent’a la fanga co ttutt’er cappello.
Tre
ccom’un razzo prim’estratto, eh Checco?!
Mill’ottoscento scudi per un pelo,
ché cce bbuttai tre ggiuli e mmezzo a ssecco.4
Eppuro
er frate, arzanno er grugno ar celo,
disse in ner damme er Tre: cquesto cqui, ecco,
disce la verità ppiú der Vangelo.
28 gennaio 1832 - Der medemo
1
Disco orizzontale, simile ad un quadrante, la cui lancetta in bilico,
arrestandosi dopo un impulso, indica uno dei novanta numeri. Una delle varie
specie di sorti alle quali ricorrono i dilettanti del lotto.
2 I
cappuccini godono molta riputazione di prescienza numerica.
3 Prenditoria
de’ Lotti, il cui ministro ne chiude la porta appena giunta la notizia della
estrazione, che espone alla pubblica vista fuori di uno sportello, praticato
nella parete superiore delle botteghe di Roma, per dar luce all’interno
allorché sono serrate.
4 Quello è il giuoco a secco,
in cui il giuocatore, per ottenere un premio più forte in caso di vincita di
terno, promette di rifiutar quella dell’ambo.
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