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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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401. Omo avvisato è mezzo sarvato

 

Sarti1 de pal’in frasca oggi, Carmelo:
me risponni irre orre,2 e nun ce stai.3
Tu la legge4 de ddio puro la sai:
quinto nun ammazzà: cquesto è Vvangelo.

 

Er lupo muta er pelo e ’r vizzio mai:5
e pprotenni6 che llui mutassi er pelo?
Che cce faressi? Vôi un pugno in celo?7
Chi ha pprudenza l’addopri, o cce gguai.

 

Dar tett’in giú8 s’è fatto l’impossibbile
pe pportallo a le cose der dovere:
dar tett in 9 Ddio sa cquer ch’è ffattibbile.

 

Uno schiaffo, lo so, na stoccata:10
ma ppoi che nnova c’è? gguarda er barbiere:
se sfogò, mma cche fesce? Una frittata.11

 

6 febbraio 1832 - Der medemo

 




1 Salti, ecc., cioè: non istai al proposito.

2 Rispondi con incertezze, equivocamente.

3 Cioè: in cervello.

4 Colla e larga, come appunto legge da leggere.

5 Proverbio.

6 Pretendi.

7 Modo proverbiale.

8 Cioè: «umanamente parlando, secondo l’uomo».

9 Cioè: «giusta i mezzi superiori».

10 Comune sentenza del popolo.

11 Far la frittata, vale: «rovinare un negozio».

 

 






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