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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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419. Li duladri

 

Hai da sapé ch’er povero Ghitano
è ffijjo de Chiappino er muratore.
e Llucantonio è ffijjo der decano
che sta co mmonzignor governatore.

 

Bbe’, una notte li zzaffi1 ar Lavatore2
li trovonno a ’na porta ar primo piano,
cuello cor un cortello serratore
e cquesto cquà ccor grimardello3 in mano.

 

Li legonno un e llantro ar temp’istesso,
li portonno in guardiola,4 e in cap’a un mese
ar governo5 je fesceno er proscesso.

 

Com’è ffinita? A Lluca erba fumaria,6
a Gghitano in galerra, ortr’a le spese:
e li scenci accusí vvanno per aria.7

 

Terni, 6 novembre 1832 - Der medemo

 




1 Birri.

2 Il Lavatore-del-Papa, contrada di Roma lungo le mura del giardino del Quirinale.

3 Grimaldello, ordigno per aprire le serrature in difetto di chiave.

4 Corpo di guardia de’ birri.

5 Così chiamasi in Roma il palazzo di giustizia.

6 Dar l’erba fumaria, vale «mandar via».

7 Il debole soffre: modo proverbiale.

 

 






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