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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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489. Er Papa novo

 

Stavo ggiusto ar pilastro der cancello
der cuartiere a cciarlà co lo scozzone,
in ner mentre smuronno er finestrone,
e sbusciò er Cardinale cor cartello.1

 

E io stato stammatina cuello
ch’è entrato er primo drento in ner portone
cuanno er Papa saliva in carrozzone,
e l’ho arivisto poi sott’a ccastello.2

 

Poi ccurzo a Ssampietro; ma le ggente
ereno tante in Chiesa, bbuggiaralle,
che de funzione nun ne so ddí ggnente.

 

In cuanto sia portallo su le spalle
l’ho vvisto, ma vvolevo puramente3
vedé ccome je bbrusceno le palle.4

 

Roma, 26 novembre 1832 - Der medemo

 




1 Il primo Cardinale Diacono che si affaccia alla loggia, appena smurata, ad annunciare al popolo la nuova elezione.

2 Il Castello S. Angiolo, già sepolcro di Adriano, posto al di del ponte Elio (oggi pariamente S. Angiolo), sotto il quale passa il corteggio del nuovo Papa che va ad incoronarsi al Vaticano.

3 Pure, ancora.

4 È opinione romana che la stoppa che si brucia avanti al nuovo pontefice nella funzione della incoronazione, per simboleggiare la vanità della gloria, sia figurata in alcuni globuli di quella materia. Qui equivoco.

 

 






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