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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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521. Er primo descemmre1

 

Chiuso appena l’apparto teatrale
stanotte la Madonna entra in ner mese:
e ffra cquinisci ggiorni pe le cchiese
principia la novena de Natale.

 

E ddoppo, ammalappéna se intese
le pifere a ffiní la pastorale,2
riecco3 le commedie e ’r Carnovale:
e accusí sse va avanti a sto paese.

 

Poi Quaresima: poi Pasqua dell’Ova:4
e, ccom’è tterminato l’ottavario,
aricomincia la commedia nova.

 

Pijja inzomma er libbretto der lunario,
e vvedi l’anno scompartito a pprova
tra Ppurcinella e Iddio senza divario.

 

Roma, dicembre 1832 - Der medemo

 




1 Nell’anno 1832, il primo giorno dell’avvento cadde nella domenica 2 dicembre, e nella sera del precedente sabato fu l’ultima recita teatrale.

2 Si allude ai notissimi Piferari, che vengono dagli Abruzzi ogni anno a suonare le cennamelle e cantarvi parole inintelliggibili.

3 Ecco di nuovo.

4 Così chiama il popolo la Pasqua di Resurrezione, dall’uso antichissimo e simbolico di mangiare in detto giorno gli uovi lessati, e, di più, del salame, segni di rigenerazione.

 

 






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