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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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541. Er custituto

 

«Chi ssiete?» «Un omo». «Come vi chiamate
«Biascio Chiafò». «Di qual paese siete?»
«Romano com’e llei». «Quanti anni avete?»
« entrato in ventidua». «Dove abitate

 

«Dietr’a Ccampo-Carleo».1 «Che arte fate
«Gnisuna, che ssapp’io». «Come vivete
«De cuer che Ddio me manna». «Lo sapete
perché siete voi qui?» «Pe ttre pposate».

 

«Rubate?» «Ggià». «Vi accusa?» «Er Presidente».2
«Ma le rubaste voi?» «Nun stat’io».
«Dunque chi le rubò?». «Nu ne so ggnente».

 

«E voi da chi le aveste?». «Da un giudio».
«Tutto vi mostra reo». «Ma ssò innoscente».
«E se andaste in galera?» «È er gusto mio».

 

Roma, 3 dicembre 1832 - Der medemo

 




1 Chiesetta e contrada al Foro Traiano.

2 Presidente regionario di polizia.

 

 






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