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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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643. Uprite la finestra1

 

Nun pijjammete collera, Maria:
abbi pascenza, io nun ce credo un’acca.
Sarà cquello che vvòi, commare mia,
ma ppe ffàmmela bbeve è ttroppo fiacca.

 

Cojjoni! e cquesto nun è mmal da bbiacca,2
ma ssarebbe una nova mmalatia.
Che un prete possi una pirchieria!3
Si l’appiccichi ar muro nun zattacca.4

 

Li preti che smaneggeno er Ziggnore,
loro che lo commanneno a bbattecca,
hanno d’avé ste futticchiezze5 in core!

 

Ma cc’hai pijjato Roma pe la Mecca?6
Li preti danno a ttutti e a ttutte l’ore.
Chiudeno l’occhi, e indove azzecca azzecca.

 

Roma, 22 dicembre 1832

 




1 Espressione usata allorché se ne ascoltano di troppo marchiane, quasi per dare loro un esito e farle evaporare.

2 Non è mal da poco.

3 Pirchieria, pirchio: sordidezza, sordido.

4 Non prende credenza.

5 Piccolezze.

6 Vengo io dalla Mecca? Sono io uno strano, stolto, ecc.?

 

 






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