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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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688. Li scortichini

 

Vojantri sete ggente c’a sto Monno
ce sta in celi scelòrimi1 e ppiú ppeggio.
, ar primo2 ccurriali de Colleggio:3
cuelli de Rota4 viengheno ar ziconno:

 

l’Innoscenziani5 ar terzo; e cquesti ponno
piú dell’antri stragge e sscenufreggio;6
sibbè7 ccabbino tutti er privileggio
de sporverà8 la bborza de chi vvonno.

 

Cqua, vvieniteme appresso ar tribbunale,
crape9 che nun capite un accidente,
e gguardate che cc’è ssu ppe le scale.10

 

Li vedete cuer boia e cquer paziente?
Lo sapete chi ssò? Cquello è un curiale
che scortica la pelle d’un criente.

 

Roma, 29 dicembre 1832 - Der medemo

 




1 Stare in coeli coelorum dicesi degli astratti, trasecolati, ecc.

2 Al primo elenco, ordine, grado.

3 Ordine di curiali, instituito da… Sono in numero di…

4 Simile, instituito da… Sono in numero indeterminato.

5 Simile, instituito da Innocenzo xii. Sono in numero indeterminato.

6 Sterminio.

7 Benché.

8 Spolverare, vuotare.

9 Capra dicesi ad un uomo di niun valore.

10 Per le scale della Curia Innocenziana di Monte-Citorio, vedesi un gruppo rappresentante Apollo in atto di scuoiare Marsia, posto ivi da…

 

 






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