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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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750. Li mortorj

 

Voi sete furistiere, e nnun zapete
come a Rroma se cosceno le torte.1


Un omo cor cappuccio2 è ccome un prete
che jje piasce d’avé ppiene le sporte.3

 

Cuanno a pportà li morti voi vedete
o er Zoffraggio, o le Stimite, o la Morte,4
avete d’abbadà, ssor coso, avete
si er fratellume canta piano o fforte.

 

Nun v’ha da intenerí la pinitenza
der zacco, de la corda e dde li zoccoli:
cuelle ttutte smorfie d’apparenza.

 

Li fratelloni nun ttanto bbroccoli5
da seppellí li morti pe ccusscenza:
ma cce vanno per peso de li moccoli.

 

Roma, 15 gennaio 1833

 




1 Cuocer la torta: agire occultamente e con ipocrisia.

2 Confratelli che portano il capo e il volto coperto con un cappuccio, nel quale sono praticati due piccoli fori avanti agli occhi.

3 Viver lautamente: lucrar molto.

4 Il Suffragio, le Stimmate di S. Francesco, e la Morte: tre delle principali Confraternite di Roma.

5 Sciocchi.

 

 






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