- Vol. 1°
- 773. Chi ha ffatto ha ffatto
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773. Chi ha ffatto ha ffatto
Non
piussurtra,1 Anna mia: semo a lo scorto:2
è spiovuto er diluvio de confetti.
Ecco li schertri3 a ddà a li moccoletti
l’urtimo soffio. Er carnovale è mmorto.
Già
ssona er campanon de lo sconforto,4
e ggià st’acciaccatelli5 pasticcetti6
vanno a ccasa a ordinà li bbrodi stretti
d’orzo, ranocchie e ccicorietta d’orto.
E
ccurri, e bballa, e bbeve, e ffotte, e bbascia!
Ggià ssò ttutti scottati: ma stasera
da la padella cascheno a la bbrascia.7
Domani
è la manguardia8 de le Messe
co la pianeta pavonazza e nnera,
domani ar Mementò-cchià-ppurvissesse.9
Roma, 17 gennaio 1833
1 Non plus
ultra.
2 Siamo al fine.
3 Carabinieri
pontifici, successori dei gendarmi francesi, chiamati scheletri dal
popolo, a cagione degli alamari bianchi che, sul principio della loro
instituzione, portavano attraverso al petto.
4 L’ultima
sera di carnevale, all’un’ora di notte, principia a suonare la campana che
avverte il popolo della predica del giorno seguente, e così continua per tutta
la quaresima.
5 Infievoliti.
6 Zerbini.
7 Proverbio, dinotante «andare di male in peggio».
8 Vanguardia.
9 «Memento homo, quia pulvis es», etc.
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