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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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857. La strega

 

Sta vecchiaccia cqua in faccia è er mi’ spavento:
nun fa antro1 che incanti e inciarmature,2
fattucchierie, stregonerie, fatture,
sortileggi e mmaggie, oggni momento.

 

Smove li fattijjoli3 a le crature,
e oggni notte, sopracqua e ssopr’a vvento4
er demonio la porta a Bbenevento
sotto la nosce de le gran pavure.

 

Llí cco le streghe straformate5 in mostri
bballa er fannango,6 e jje fanno l’orchestra
li diavoli vestiti da Cajjostri.7

 

Tutte le sere, io e lla Maestra,
ar meno pe ssarvà lli fijji nostri,
je mettémo la scopa a la finestra.8

 

Roma, 3 febbraio 1833

 




1 Altro.

2 Questa voce ha lo stesso significato che le sue vicine.

3 Fantiglioli (infantiglioli): convulsioni dei bambini.

4 Formula di scongiuro delle streghe al diavolo: «Sopracqua e sopra vento, portami alla Noce di Benevento».

5 Transformate.

6 Fandango.

7 È famoso Giuseppe Balsamo, detto il Cagliostro, impostore, e creduto stregone.

8 La scopa alla finestra è un potente disincanto di malie.

 

 






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