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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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879. Er ciarlatano novo

 

C’è mmó a Rroma un dentista, un giuvenotto
nato a Vvienna in dell’isola de Como:
un medicone, un ciarlatano dotto,
che sse potría legà ddrento in un tomo.

 

Lui strappa denti de sopra e dde sotto
tutti eguarmente a un pavolo per omo.1


Chi sse ne caccia poi diesci in un botto,
ha llundescimo auffa:2 eh? cche bbravomo!

 

Venne3 inortre un zegreto pe dduggiuli4
ch’è un’acqua bbona assai pe ddà ssoccorzo
a cchi è esposto a li carci5 de li muli.

 

Bbasta intíggnesce6 un pezzo de sfilarcio7
e strufinasse,8 o dde succhianne9 un zorzo10
un momentino prima d’avé er carcio.

 

Roma, 10 febbraio 1833

 




1 Per omo: per cadauno. Dicesi sempre così, o che si parli di persone o di cose, e in qualunque genere.

2 Gratis.

3 Vende.

4 Paoli.

5 Calci.

6 Intignerci.

7 Di filaccia.

8 Strofinarsi.

9 Succhiarne.

10 Sorso.

 

 






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