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891. Er verde1
Oh cche rride2 co
Cciscia-Pacchiarella!
Noi fàmio3 ar verde siconno4 er costume,
e o nnotte o ggiorno, o ar lume o ssenza lume
nun me poteva cojje in ciampanella.5
Jer’ar
giorno a la fine, poverella,
doppo tamante6 prove annate in fume,
venne a ssapé cch’io ero ito a ffiume
a nnotà7 ssolo solo a la Renella.8
Credenno9
in testa sua de famme perde,10
subbito lei, pe ccòjjeme in freganti,11 curre a la riva, e
ddisce: «Oh, ffora er verde».
E
llesto io j’arisponno: «Un momentino».
E accusí iggnudo me je faccio avanti
cor finocchio attaccato ar pennolino.12
Roma, 12 febbraio 1833
1 In primavera è
uso di scommettere fra due persone una moneta o altro di convenzione, da
pagarsi da chi in qualsivoglia momento si faccia sorprendere senza alcun che di
erba verde indosso. Per solito questo consiste in finocchio, e dev’essere tanto
fresca quanto possa tingere del suo colore una parete bianca. Dicesi il giuoco
«fare al verde».
2 Ridere.
3 Facevamo.
4 Secondo.
5 Cogliere in fallo.
6 Tante.
7 Nuotare.
8 Una
riva del fiume in Trastevere.
9 Credendo.
10
Farmi perdere.
11 In flagrante delitto.
12
Pendaglio. Cosa esso si fosse, vedi il Sonetto…
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