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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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896. La Santa Crosce

 

A nnegà ttutto sce 1 un ber2 coraggio!
Si llei però sse ppijjà sto svario,3
troverà in ner festivo4 e in ner lunario
l’invenzion de la crosce ar tre de maggio.

 

Anzi, potrebbe lei ttutt’un viaggio,
e ccercà ppuramente5 in ner dïario,6
e vvedrà che cquer giorno in zur Carvario
fu inventata la crosce pe un assaggio.

 

E ariusscí l’invenzione tanta bbella,
che dda cuer giornimpoi s’è ssempre detto
che nnun ze po ssarvà cchi nnun avella.7

 

Pe cquesto sce 8 ccrosce in oggni tetto,
cuppola, campanile, arma, cappella,
casa, saccoccia,9 pissciatore10 e ppetto.

 

Roma, 15 febbraio 1833

 




1 Ci vuole.

2 Bel.

3 Divertimento.

4 Calendario annuale de Santi.

5 Pure: ancora.

6 Libercolo indicatore delle quotidiane festività nelle chiese di Roma, e di tutte le altre sacre appartenenze dell’anno.

7 Averla.

8 Ci sono denari.

9 «Aver la croce in saccoccia» vale essere senza denari.

10 Vedi il Sonetto...

 

 






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