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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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907. La regazza de Peppe1

 

Ma lo sai de cuer cefolo2 de Peppe?
Nun z’è incazzito3 appresso a cquella zozza4
piú ppeggio d’un turaccio de tinozza?
Io m’intese5 ggelà cquanno lo seppe.6

 

Cià una scrófola in gola che la strozza;
un fiato che jjodora de ggileppe,7
e un petto, un petto poi, che ssan Giuseppe
je sc’è ppassato cco la pianozza.8

 

Tiè ssottar collo un par de catenacci9
che sse potrebbe chiudesce10 una stalla.
Bbravo Peppetto mio! bbon pro jje facci.

 

Er gnocco j’ha ccrompato11 una casuppola
e cquanno ciaverà12 speso una spalla,13
si llappesta je dii de bbarb’in cuppola.

 

Roma, 17 febbraio 1833

 




1 La innamorata di Giuseppe.

2 Babbaccio.

3 Perduto.

4 Sozza.

5 Intesi, per «sentii».

6 Seppi.

7 Giulebbe.

8 Pialla.

9 Le clavicole.

10 Chiuderci.

11 Comperano.

12 Ci avrà.

13 Spendere una spalla: spendere quasi tutto il suo.

 

 






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