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Giuseppe Gioachino Belli
Sonetti romaneschi

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922. Le bbussole1

 

Tutte ste bbussolone e bbussolette
che vvedete cqua e llà, ssor Libberato,
stanno impostate pe ppotecce mette2
le lemosine, e ssò3 lleggno spregato:

 

perché o nnun c’è un cristiano bbattezzato
che ttienghi4 ppiú stusanze bbenedette,
o ssippuro5 se cchi ha imbussolato,
ggna6 guardà ppoi chi vvòta le cassette.

 

Poveri sagrestani e ccammarlenghi!
Trovannose7 davanti a cquer ber quadro
io vorebbe8 vedé cchi sse trattienghi.9

 

O ssii sacco, o ssii cotta, o ssii pianeta,
l’occasione, se sa, ffa llomo ladro,
e li quadrini sporcheno te deta.

 

Roma, 19 febbraio 1833

 




1 Quelle cassette fisse al muro, che s’incontrano per Roma ad ogni passo, in tutte le chiese, per tutti i Santi, per tutte le Madonne, a tutti gli usi, ecc.

2 Per poterci mettere.

3 Sono.

4 Tenga.

5 Seppure.

6 Bisogna.

7 Trovandosi.

8 Vorrei.

9 Trattenga.

 

 






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